A questo punto uno non sa davvero più cosa scrivere.
Anni di cacche, dehors, punkabbestia, polveri grosse, polverini sottili, cafoni, rotonde, ciclisti tra i portici, spacciatori, falsi handicappati, scippatori, drogati, pattume, buche stradali...
E dopo tre anni è tutto esattamente come prima.
Stessi problemi, stessi personaggi, stessa melina.
Forse peggio, forse un po' meglio.
Forse non frega più niente a nessuno.
Questa città è finita.
E non è solo colpa del Cinese, che è nato a Sesto e Uniti (Cremona) ed è stato il segretario del sindacato più potente d'Europa: per cui di Bologna se n'è sempre infischiato.
Non è colpa di certi assessori che sono lì soltanto a fare scena, ignari di tutto, ma pieni di sè.
Bologna è alle corde per colpa nostra; per colpa di quelli che hanno rinunciato ad essere bolognesi davvero.
Uno stile di vita e un concetto che, al di là delle autocelebrazioni zangheresche (buone soprattutto per infarloccare gli inviati di qualche giornale straniero), avevano un senso ed un orgoglio.
E adesso?
Adesso l'<<opposizione>> (oltre che da una destra che per trovarla ci vogliono i cani da tartufo) è fatta da sinistri che, nel gran minestrone radical-chic, hanno perduto visibilità, potere, poltrone e merendine.
Abbiamo un'infilata di club, associazioni e comitati composti da personaggi inviperiti, increduli e seccati.
Primari, attrici, osti, scrittori, filosofi, architetti e professori ossessionati dall'idea che Cofferati non li caga per niente.
E sembra proprio questo, più che la città che scade e traballa, a preoccuparli e offenderli.
Erano quelli che tre anni fa, dopo il digiuno-Guazzaloca, già pregustavano la scorpacciata alla Cinese.
Mica denaro, sia ben chiaro, ma potere, poltrone, incarichi, nastri da tagliare, poesie da leggere, inaugurazioni, vernici, mondanità e aperitivi.
Perchè dietro a certo sinistri, oggi, ci sono sempre una Marta Marzotto e un conte Nuvoletti che spingono.
Bologna scossa, tentenna, gorgoglia, traballa e boccheggia, ma al suo capezzale non ci sono più i bolognesi.
Sono arrivati i comitati.
Ogni giorno uno nuovo, con quei nomi da Cantagiro del 1964:
i Formidabili di Silvia Bartolini,
Katia Zanotti e i suoi Delusi,
la Grande Orchestra di Tiziano Loreti,
gli Intellettuali di Stefano Bonaga.
E' il nuovo che avanza, che bellezza...
Il Cinese
E' il soprannome dato a Sergio Cofferati,
ex-segretario generale della CGIL,
sindaco di Bologna dal 2004,
forse per i suoi occhi vagamente a mandorla.
Dehors
I dehors, per chi non lo sapesse, sono quelle strutture mobili,
che poi chissà perchè sono diventate fisse,
cha bar, pizzerie e ristoranti costruiscono occupando suolo pubblico,
tipo marciapiedi e strade.
Ovviamente non le occupano gratis ma pagando fior di quattrini ai rispettivi Comuni.
Ecco il perchè del loro proliferare.
Autocelebrazioni zangheresche
chiaro riferimento a
Renato Zangheri
Sindaco di Bologna per ben 13 anni
dal 1970 al 1983
Digiuno-Guazzaloca
con riferimento a
Giorgio Guazzaloca
Sindaco di Bologna dal 1999 al 2004.
Unico sindaco non della Lista Due Torri
che altri non sarebbe la lista dei Comunisti.
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