Seconda parte
Una teoria sulla nostra provenienza extraterrestre (Post 6)
Quanto letto fino a questo punto ci dovrebbe far riflettere su altre civiltà oltre la nostra.
Vediamo di addentrarci un poco nel fenomeno "extraterrestri" ed UFO.
L'ipotesi più vecchia, diffusa e contestata sull'origine dei fenomeni aerei anomali o UFO è quella extraterrestre. La data di nascita di quest'ipotesi è il 1947, cioè all'inizio dei moderni studi ufologici. Si arriva a questa conclusione sulla base di una semplice deduzione logica: gli UFO sono macchine volanti dalle caratteristiche estetiche e propulsive completamente diverse da qualsiasi aereo terrestre ed esprimono una tecnologia che sembra di gran lunga superiore da quella a noi conosciuta, quindi se nessun Paese della Terra è in possesso di tale tecnologia essa allora può appartenere solo a qualche civiltà superiore proveniente da un altro pianeta. Anche i Mass Media presero subito in considerazione questa ipotesi: in un articolo apparso sul “New York Times” in cui veniva riportato l'evento di cui era stato testimone Kenneth Arnold, si affermava che i “dischi volanti” visti dall'imprenditore texano potessero appartenere a “visitatori da un altro pianeta partiti da astronavi ancorate al di sopra della stratosfera”. Ma chi arrivò per primo a questa conclusione furono le autorità militari, di questo oggi ne siamo più che certi leggendo alcuni documenti dell'Air Material Command datati ottobre 1947, allora coperti da segreto e oggi declassificati, in cui era testualmente riportato che “gli oggetti osservati rappresentavano un qualche tipo di macchina interplanetaria”. Nel dicembre dello stesso anno fu creata la prima commissione d'inchiesta atta a studiare questi fenomeni denominata "Sign" e lo stesso direttore della commissione, il capitano Robert Snaider, ribadì più volte che l'ipotesi extraterrestre era la più valida. Tuttavia questa corrente di opinione favorevole all'ipotesi extraterrestre nell'ambiente militare doveva ben presto soccombere di fronte ai meandri e alle oscure trame dei servizi segreti e delle alte cariche istituzionali, che continuarono a studiare il fenomeno in segreto ma imposero il segreto ai militari e diedero spiegazioni meno destabilizzanti (palloni sonda, fenomeni naturali ecc.) al pubblico. La teoria extraterrestre, accantonata a livello ufficiale, doveva acquistare sempre più peso negli anni '50 a livello di ricerca privata. Il maggiore Donald Keyhoe scrisse per la rivista americana “True” l'articolo con il titolo “I dischi volanti sono reali”. In questo articolo che suscitò non poco scalpore, il maggiore affermava che da ricerche scrupolose aveva appurato che il nostro pianeta era visitato da almeno 200 anni da civiltà extraterrestri evidentemente interessate alle nostre sorti. Quest'articolo è il manifesto dell'odierna ricerca ufologica.
Con il passare degli anni altre teorie vennero elaborate. Negli anni settanta l'ipotesi extraterrestre conobbe un breve periodo di decadenza a favore della teoria parafisica e soprattutto a causa dei seguaci dell'ipotesi socio-psicologica (monneristi). Tuttavia, tenendo conto di tutti gli elementi che compongono il fenomeno, l'ipotesi extraterrestre resta quella più plausibile.
L'ipotesi parafisica è, forse, l'alternativa più forte a quella extraterrestre; secondo tale concezione gli UFO non proverebbero da spazi siderali ma da una dimensione sconosciuta popolata da esseri intelligenti. Il primo ad elaborare questa teoria fu, all'inizio degli anni '50, il ricercatore americano Meade Layne, il quale sostenne la possibilità che dietro il fenomeno UFO si potesse nascondere un'intelligenza dalla natura sfuggente; esseri normalmente invisibili in quanto appartenenti ad una sfera energetico-vitale diversa dalla nostra, ma che possono materializzarsi e rendersi visibili ai nostri occhi, da qui i vari avvistamenti degli UFO e dei “piloti”. Tuttavia queste visioni non sono alla portata di tutti ma sembrano riguardare solo menti che hanno la capacità di recepirle, come i medium e i contattisti. Queste idee provocarono innumerevoli discussioni e polemiche ma non mancarono di fare proseliti. Una prima evoluzione della teoria parafisica si ebbe grazie a John Keel, il quale teorizzò un complotto, teso dalla “natura invisibile” che si cela dietro gli UFO ai danni dell'uomo. Secondo Keel, le affermazioni, spesso assurde e contraddittorie rese ai contattisti, non sarebbero altro che l'espressione dell'inganno teso da queste entità ai danni dell'umanità. Nacque così la teoria del “superspettro”, un area di “energie” dalle quali proverrebbero gli UFO, e al cui gioco l'uomo era destinato a soggiacere. “Qualcuno o qualcosa ha realmente il potere di possedere la mente umana - affermava Keel - con questo potere gli esseri umani possono essere manipolati e usati per fini buoni o cattivi. Si può supporre che il piano sia di sottoporre a questo processo milioni di persone e poi in qualche giorno futuro azionare tutte queste menti contemporaneamente.” Un altro forte sostenitore dell'ipotesi parafisica fu Jacques Vallée il quale ha il merito di essere andato oltre le teorie di Layne e di Keel e di aver associato alla categoria degli avvistamenti ufologici quelli delle epoche passate degli elfi, folletti, fate, sirene, demoni e angeli. Tutte queste manifestazioni, secondo Vallée, fanno parte di unico mondo da lui ribattezzato Magonia. Il manifesto delle teorie di Vallée fu il libro "Passport to Magonia", in esso egli catalogò le caratteristiche di queste entità e il loro rapporto con il nostro mondo: dietro il comportamento, per noi enigmatico, si cela un preciso progetto di queste entità che si estrinseca in contatti estremamente selezionati (che spesso avvengono in deserti e in zone generalmente isolate) ed infine nell'alterazione indotte nel soggetto prescelto, a seguito del contatto. Negli anni settanta altri ricercatori furono attratti da questa teoria negli Stati Uniti, Jerome a “visitatori da un altro pianeta partiti da astronavi ancorate al di sopra della stratosfera”. Ma chi arrivò per primo a questa conclusione furono le autorità militari, di questo oggi ne siamo più che certi leggendo alcuni documenti dell'Air Material Command datati ottobre 1947, allora coperti da segreto e oggi declassificati, in cui era testualmente riportato che “gli oggetti osservati rappresentavano un qualche tipo di macchina interplanetaria”. Nel dicembre dello stesso anno fu creata la prima commissione d'inchiesta atta a studiare questi fenomeni denominata "Sign" e lo stesso direttore della commissione, il capitano Robert Snaider, ribadì più volte che l'ipotesi extraterrestre era la più valida. Tuttavia questa corrente di opinione favorevole all'ipotesi extraterrestre nell'ambiente militare doveva ben presto soccombere di fronte ai meandri e alle oscure trame dei servizi segreti e delle alte cariche istituzionali, che continuarono a studiare il fenomeno in segreto ma imposero il segreto ai militari e diedero spiegazioni meno destabilizzanti (palloni sonda, fenomeni naturali ecc.) al pubblico. La teoria extraterrestre, accantonata a livello ufficiale, doveva acquistare sempre più peso negli anni '50 a livello di ricerca privata. Il maggiore Donald Keyhoe scrisse per la rivista americana “True” l'articolo con il titolo “I dischi volanti sono reali”. In questo articolo che suscitò non poco scalpore, il maggiore affermava che da ricerche scrupolose aveva appurato che il nostro pianeta era visitato da almeno 200 anni da civiltà extraterrestri evidentemente interessate alle nostre sorti. Quest'articolo è il manifesto dell'odierna ricerca ufologica. Con il passare degli anni altre teorie vennero elaborate. Negli anni settanta l'ipotesi extraterrestre conobbe un breve periodo di decadenza a favore della teoria parafisica e soprattutto a causa dei seguaci dell'ipotesi socio-psicologica (monneristi). Tuttavia, tenendo conto di tutti gli elementi che compongono il fenomeno, l'ipotesi extraterrestre resta quella più plausibile. Ipotesi Parafisica L'ipotesi parafisica è, forse, l'alternativa più forte a quella extraterrestre; secondo tale concezione gli UFO non proverebbero da spazi siderali ma da una dimensione sconosciuta popolata da esseri intelligenti. Il primo ad elaborare questa teoria fu, all'inizio degli anni '50, il ricercatore americano Meade Layne, il quale sostenne la possibilità che dietro il fenomeno UFO si potesse nascondere un'intelligenza dalla natura sfuggente; esseri normalmente invisibili in quanto appartenenti ad una sfera energetico-vitale diversa dalla nostra, ma che possono materializzarsi e rendersi visibili ai nostri occhi, da qui i vari avvistamenti degli UFO e dei “piloti”. Tuttavia queste visioni non sono alla portata di tutti ma sembrano riguardare solo menti che hanno la capacità di recepirle, come i medium e i contattisti. Queste idee provocarono innumerevoli discussioni e polemiche ma non mancarono di fare proseliti. Una prima evoluzione della teoria parafisica si ebbe grazie a John Keel, il quale teorizzò un complotto, teso dalla “natura invisibile” che si cela dietro gli UFO ai danni dell'uomo. Secondo Keel, le affermazioni, spesso assurde e contraddittorie rese ai contattisti, non sarebbero altro che l'espressione dell'inganno teso da queste entità ai danni dell'umanità.
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