Una teoria sulla nostra provenienza extraterrestre (Post 7)
Negli anni settanta, all'inizio in Francia e successivamente nel resto d'Europa, s'impose una nuova ondata di revisionismo storico. Il ricercatore francese Michel Monnerie radicalizzò la teoria “dell'effetto riflessivo” del fenomeno ufologico elaborata da John Keel, cioè l'apparente capacità dei presunti alieni di modificare l'aspetto delle loro manifestazioni a seconda del momento storico e delle conoscenze umane. Monnerie spostò la sua attenzione dall'oggetto osservato all'osservatore, pertanto l'esistenza reale degli UFO viene negata e l'unica spiegazione che rimane è quella socio-psicologica. I testimoni degli avvistamenti sarebbero, secondo gli ufologi monneristi, dei bugiardi, oppure persone in buona fede, ma incapaci di interpretare correttamente un fenomeno spiegabile in termini convenzionali. Monnerie parlerà poi di “sogni ad occhi aperti” e di condizionamento sociale messo in opera dai Mass-Media. Il fenomeno UFO sarebbe null'altro che un mito, “la più grande leggenda metropolitana del nostro secolo”, alla cui base sarebbero malintesi, imbrogli o fenomeni naturali mal interpretati. Le teorie di Monnerie hanno diviso gli ufologi: secondo alcuni, pur essendo troppo limitative e incapaci di rispondere ad ogni caso, esse sono necessarie per rivisitare criticamente tutta la storia dell'ufologia, per altri l'unico scopo del “Monnerismo” è quello di nascondere la vera natura del problema. Il padre dell'ipotesi socio-psicologica è, però, senza dubbio Carl Gustav Jung, celebre psichiatra svizzero, che si interessò al fenomeno UFO sin dagli anni '40. Nel suo libro Ein Moderner Mythus, tradotto in italiano nel 1960 con il titolo “Su cose che si vedono in cielo”, egli affermò che l'interpretazione psicologica del fenomeno UFO troverebbe giustificazione nel fatto che la gente vede in cielo cose che non si comportano come oggetti materiali e che hanno prevalentemente una forma rotonda. Il “rotondo” è un'espressione archetipica dell'inconscio che simboleggia la totalità, la perfezione; in ultima analisi Dio stesso. L'umanità, quindi, “proietterebbe in cielo” le proprie frustrazioni per cercare inconsapevolmente una speranza di salvezza. Queste erano le idee di Jung sul fenomeno UFO, tuttavia, con il passare degli anni e l'aumentare dei casi segnalati dai radar, dalle foto e di quelli registrati su video, egli si accorse che la sua teoria non poteva spiegare globalmente il fenomeno e in una sua intervista dell'agosto del 1958 affermò che riteneva plausibile l'ipotesi extraterrestre. Sia gli scettici sia i sostenitori dell'ipotesi extraterrestre hanno spesso speculato sulla posizione di Jung sul fenomeno UFO, dimenticando che egli si era avvicinato al fenomeno per studiarlo esclusivamente da un punto di vista psicologico, secondo alcuni però egli non era del tutto chiuso all'ipotesi extraterrestre ma per ragioni di convivenza con i vertici dell'ambiente accademico, notoriamente ostili a questa eventualità, smentì di aver mai dato per certo che gli UFO fossero di provenienza extraterrestre e smentì quell'intervista. È certo però che, diversamente dai monneristi, egli non escludesse quest'ipotesi e ciò si deduce da quello che scrive nel capitolo finale del suo libro e cioè che non è escluso che “i dischi volanti siano vere apparizioni materiali, entità di natura sconosciuta provenienti dagli spazi e che erano già visibili, forse da lungo tempo, agli abitanti della Terra, ma per il resto non hanno rapporti di sorta col nostro mondo”.
Ipotesi Temporale
Nel 1995 l'astrofisico Johannes Von Butlar durante un congresso ufologico ha rivelato di aver ricevuto un documento segreto, di cui non può provare la veridicità, che potrebbe aprire una nuova ipotesi sull'evento di Roswell. Nel documento si afferma che ciò che è caduto nel deserto del Nuovo Messico nell'estate del 1947 non era né un pallone sonda, né un mezzo extraterrestre ma una macchina terrestre proveniente dal futuro. Nel documento è scritto, inoltre, che uno degli occupanti era vivo e che disse delle cose così terribili sul nostro futuro che il governo degli Stati Uniti decise di nascondere tutta la vicenda. In questo modo avrebbero diffuso due storie parallele, una ufficiale (il pallone sonda), una ufficiosa (il disco volante) che allontanarono completamente l'opinione pubblica dalla realtà. Naturalmente tutto ciò è da verificare, ma l'ipotesi temporale spiegherebbe molte cose sull'assidua presenza di questi oggetti nei nostri cieli (ad esempio perché sono così interessati a noi) e non sarebbe meno assurda dell'ipotesi extraterrestre in quanto, per le nostre attuali conoscenze scientifiche, chi viaggia nello spazio viaggia anche nel tempo. Questa è soltanto l'ultimo caso in cui si avvalora l'ipotesi temporale, ovvero la teoria secondo la quale gli UFO non sarebbero di origine extraterrestre ma sarebbero stati costruiti (o meglio saranno costruiti) dai futuri abitanti della Terra che tornerebbero indietro nel tempo, forse, per studiare dal vero la storia dell'umanità. L'ipotesi temporale non è una novità, già nel 1957 il fisico Hugh Everet aveva proposto quella che rimase come “la teoria dei molti mondi”, secondo cui l'Universo si ramificherebbe in continuazione, dando origine a mondi o realtà parallele, ma non coincidenti, in cui lo svolgersi delle cose non segue un'unica direzione. Negli anni Ottanta, tre scienziati, Michael Morris dell'Università del Wisconsin, Kip Thorne e Ulvi Yurtsever, professori del Politecnico della California, ripresero la tesi di Everet in una pubblicazione sulla rivista specializzata “Phisical Review Letters”: “Viaggiare nel passato è stato sempre considerato impossibile perché in teoria qualcuno potrebbe uccidere i propri genitori prima di nascere e cessare così di esistere. Ma questo paradosso è evitato dalla nostra interpretazione delle tesi di Einstein. Noi suggeriamo l'esistenza di un numero infinito di universi paralleli. Il passato in cui si potrebbe viaggiare sarebbe differente da quello in cui si è vissuti”. Gli esseri che guidano gli UFO potrebbero quindi provenire da un universo “alternativo” al nostro e quindi non necessariamente il loro passato sarebbe il nostro presente. Non esisterebbero un solo passato e un solo futuro, ma tanti “passati” e tanti “futuri” alternativi, che, un po' come avviene nel film “Ritorno al futuro” di Robert Zemetiks, siamo noi a scegliere di vivere a seconda del nostro comportamento nel presente. Qualche ricercatore è arrivato ad ipotizzare l'esistenza di luoghi, dotati di un particolare campo magnetico che favorirebbe il salto da un universo all'altro, le cosiddette “finestre ufologiche”, zone dove più di altre avvengono apparizioni di questi oggetti, ma anche luoghi come il famoso “Triangolo delle Bermude”, che, viste le molte sparizioni misteriose di aerei e navi, potrebbe essere uno di questi luoghi di “passaggio” tra la nostra realtà è un Universo differente. In questo la teoria temporale sarebbe l'estensione di quella parafisica. Tornando all'ipotesi formulata da Von Butlar sul caso Roswell, alcuni ricercatori analizzando il filmato reso noto da Santilli, hanno ipotizzato che, la conformazione del soggetto sottoposto all'autopsia, potrebbe essere quella del homo sapiens del futuro: testa e cervello più grandi, perdita totale dei peli, naso sempre più piccolo, corpo macrocefalo. Questa potrebbe essere la nostra immagine futura. Per quanto riguarda la questione del non-contatto, in questo caso sarebbe più che giustificata così come si spiegherebbe l'ostinato silenzio di tutti i governi del mondo: oggi, forse, siamo pronti ad accettare una presenza extraterrestre tra di noi, ma nessuno può immaginare cosa potrebbe accadere e quali sarebbero le reazioni dell'umanità di fronte ad uomini che vengono dal futuro.
S. Agostino, cozzando anch'egli nelle sue meditazioni con lo con lo scoglio del tempo, e non riuscendone a livello conoscitivo a comprendere la natura, lo ha definito creatura e strumento di Dio nelle cui correnti l'umanità si muove. Einstein lo ha collocato al fianco delle tre dimensioni spaziali canoniche elaborando proprio sulla sua problematicità la teoria che lo ha reso famoso. In verità il mistero del tempo ancor oggi è avvolto nell'impenetrabile e promette di rimanervi ancora per molto. Una delle sue rappresentazioni più frequenti e che è entrata a far parte del dire comune c'è data dalla spirale (le spirali del tempo) nelle cui volute si possono identificare i periodi storici vissuti dall'umanità. Ed è proprio su questo modello che si fonda un'altra ipotesi che tenta di dare luce al problema UFO, quella del viaggio nel tempo. È questo un campo molto gradito alla letteratura utopica che ha trovato un altro spazio non indifferente per l'esplicarsi delle sue avventure mirabolanti. Ebbene, i sostenitori di quest'ipotesi affermano che l'uomo, in un futuro più o meno lontano, sarà in grado dì manipolare il tempo a piacere come oggi, ad esempio, riesce e sa farlo con i metalli.
Questa conoscenza gli permetterà di viaggiare, o meglio saltare, da una voluta temporale all'altra e lungo tutta la spirale del tempo. Se ne tornerà così nel passato a rivivere la sua storia lontana o volerà nel futuro a vedere ciò che sarà di lui. Gli UFO altro non sono che i meccanismi dei quali l'uomo si serve in questi viaggi meravigliosi. È assurdo, viene allora sostenuto, che l'umanità odierna si arrabatti tanto per cercare di scoprire la natura ed il perché dei dischi volanti e dei loro occupanti, poiché non c'è assolutamente nulla di nuovo da apprendere: gli uni sono tecnologie puramente umane poiché gli altri non sono che esseri umani.
L'ipotesi biologica consiste nel considerare gli UFO come manifestazioni di vere e proprie entità viventi (e non più solo come veicoli guidati da essere intelligenti). L'origine di questa teoria può essere fatta risalire da un comunicato ufficiale dell'Aeronautica statunitense del 27 aprile 1949 che dichiarava testualmente: “…la possibile esistenza di qualche strana specie di animali di origine extraterrestre è stata anche vagamente prevista, perché molti di questi oggetti si comportano più come animali che come altre cose. Ma esistono pochi rapporti degni di fede su animali extraterrestri…”. Il comunicato è curioso ma l'idea fu presto sviluppata dagli studiosi americani Johmn Bessor e Ivan T.Sanderson. Per Bessor gli UFO potrebbero essere dei veri e propri esseri viventi cosmici in grado di spostarsi dagli spazi, loro habitat naturale, e quindi manifestarsi nella nostra atmosfera, per Sanderson invece si tratterebbe di animali che si nutrono di pura energia. L'idea da cui partiva Sanderson era abbastanza semplice, se esistono in natura piante che si nutrono di sola energia solare perché non possono esistere animali fatti di energia? Le biomacchine potrebbero realmente esistere secondo Sanderson che, partendo dall'osservazione della varietà e imprevedibilità della natura conosciuta, arriva a ipotizzare a strutture animali complesse che possono essere state generate nel cosmo: “…definire la vita oggi è pressoché impossibile e può darsi che sia l'unica impossibilità assoluta. Vi sono virus che sono animati in una generazione e inanimati in quella successiva, così pure abbiamo organismi estremamente complessi, lontanamente imparentati con i ragni, che possono vivere disseccati per mezzo della cristallizzazione e poi riportati in vita, a nostro piacere, semplicemente bagnandoli con l'acqua. Vi sono perfino indizi che ogni cosa sia dotata di un certo grado di volizione: un attributo che fino a tempi recenti veniva considerato prerogativa esclusiva delle forme di vita. La varietà delle forme di vita che si trovano pur in questo minuscolo, insignificante pianeta è tanto grande che la semplice osservazione di alcune di esse appare già complessa immane per gli sforzi di un biologo. Le forme che l'esistenza e la vita potrebbero assumere in altri luoghi sono così del tutto al di là, completamente lontane dalla portata, certo troppo limitata e materialistica, della nostra visione, poiché certamente la loro varietà è in pratica senza limiti e senza fine”. Ma chi andò ben altre le interpretazioni di Sanderson fu, il britannico e conte di Clancarty, Brinsley Le Poer Trench, egli, molto interessato all'argomento UFO, ipotizzò l'esistenza di un'intelligenza extraterrestre in grado di costruire astronavi con caratteristiche metalliche unite a quelle biologiche, queste macchine sarebbero in grado di diventare un tutt'uno con i piloti, quindi non solo un'estensione virtuale, ma reale del loro volere.