Un'impostazione critica analoga si ritrova anche nella storiografia medievale. Otto von Freising scrive per esempio nella sua Cronaca universale: «Fra gli altri venne preso prigioniero anche il reverendo arcivescovo Thiemo che, secondo la tradizione, sarebbe stato costretto ad adorare degli idoli. Ma egli chiese del tempo per riflettere, entrò nel tempio e, con grande forza di corpo e di spirito, fece a pezzi le statue degli idoli che avrebbe dovuto adorare, e dimostrò così che non erano dei, ma opera dell'uomo. Per questo fu portato dinnanzi al tribunale e, con terribili torture e supplizi di ogni genere, ricevette la gloriosa corona del martirio. Il fatto che egli subì il martirio a causa della sua fede cristiana è tradizione assolutamente attendibile, ma il fatto che egli fece a pezzi le statue degli idoli è già più difficile da credere, perché è risaputo che tutti i saraceni adorano un solo Dio» (Cronaca VII, 7). Anche qui, indipendentemente dal significato del racconto, ci si chiede quale sia l'evento storico e quale la sua credibilità storica.
Ed io intendo promuovere l'idea che l'umanità provenga dal cosmo che altro non è che il frutto di un'opera di creazione assoluta. Pur considerando che so sottoponendovi una mia teoria e non una verità assoluta, mi necessita che pensiate a quanto sotto non per l'aspetto realistico quanto per una probabile base di elaborazione del nostro pensiero.
Considerazioni utili sulla base delle quali poter discutere.
Si è tenuta a Vienna un importante mostra riguardante una serie di oggetti misteriosi detti in gergo “O.O.P.ART” ovvero “Out Of Place ARTifacts-artefatti fuori posto”. Si tratterebbe in pratica di oggetti provenienti da diversissimi luoghi del mondo che non hanno apparentemente nulla a che fare con il contesto in cui sono stati trovati, in poche parole non corrisponderebbero al livello tecnologico della civiltà di appartenenza. Di questi strani oggetti ce ne sono alcuni che veramente sono curiosi e fanno riflettere sulle reali conoscenze che noi abbiamo sul nostro passato e sull' ”avanguardia ingegneristica” di alcuni dei nostri progenitori. La notizia di questa mostra mi ha spinto a ricercare fra riviste, libri e quant'altro i più singolari e curiosi oggetti “misteriosi” che sono stati scoperti fino ad oggi. In questa sede parleremo di alcuni artefatti che credo siano più significativi di altri e degni di essere menzionati.
-Teschi di cristallo.
Nell'ormai lontano 1927 F.A. Mitchell-Hedges scoprì in un tempio della città Maya di Lubaantum un teschio costruito completamente in quarzo delle misure di 12 cm di altezza per 17 di lunghezza e 12 di larghezza. Nel 1970 un'equipe di studiosi analizzò il teschio e scoprì che il primo abbozzo di forma gli fu dato usando il diamante, mentre per quanto riguarda la lucidatura e la definitiva forma, queste sarebbero state fatte con sabbia di cristalli di silicio e acqua. Data la perfezione del teschio anche nei suoi minimi particolari, gli studiosi giunsero alla conclusione che con le suddette tecniche ci sarebbero voluti circa 300 anni per ottenere il risultato che ora noi abbiamo sotto gli occhi. E' un clamoroso falso o il frutto di una tecnologia avanzata?[i]
-Il vaso venuto dal nulla.
Nel 1851 a Dorchester nel Massachussetts durante alcuni lavori di sbancamento, l'esplosione di una mina sbriciolò un blocco di granito. Al suo interno fu trovato un vaso alto 13cm fatto di una lega metallica sconosciuta e recante alcune incisioni in uno stile mai riscontrato in quella zona. Fu stimato, inoltre, che il blocco di granito contenente il vaso risalisse a centinaia di milioni di anni fa. La Scienza ci dice che in quel periodo l'uomo non era ancora presente su questo pianeta. Chi ha costruito il vaso?
-La “pila” di Bagdad.
Nel museo di Bagdad è conservato un vaso di argilla di 15cm e mezzo di altezza contenente un cilindro di rame di 12cm x4. La parte superiore del cilindro è saldata con una lega 60-40 di piombo-stagno e sigillata con bitume mentre il fondo è chiuso con un disco di rame e sigillato anch'esso con bitume. Nella parte superiore vi è inoltre un'asta di ferro abbastanza corrosa sospesa al centro del cilindro di rame. Ora è ovvio che le analogie con una pila elettrica si sprecano.Per la cronaca il vaso risale a 2000 anni fa circa ed è stato scoperto dall'archeologo australiano Wilhelm Konig. -Le “lampade” di Dendera. Nel 1857 presso Dendera (basso Egitto) l'archeologo francese Auguste Mariette scoprì nelle cripte del santuario della Dea Hator alcuni bassorilievi veramente sconcertanti. Infatti rappresentavano degli oggetti molto simili alle attuali lampadine, ovvero “tubi oblunghi” attraversati da un serpente. La vista di questo bassorilievo rende l'idea veramente meglio della spiegazione; è addirittura impressionante la somiglianza ad una grossa lampada. Per di più nei geroglifici il “serpente” che attraversa i tubi viene descritto come “seref “ che significa illuminare ed inoltre nei bassorilievi è raffigurata una specie scatola da cui partono diversi “cavi” che giungono ai suddetti “tubi”.
-Il “computer” di Antikythera.
Nei primi mesi del 1900 presso l'isola di Antikythera (Grecia) un gruppo di subacquei scoprì un'antica nave risalente al periodo che va dall'85 al 50 a.C. Il relitto era pieno di statue ed utensili vari tra cui un oggetto curioso che fu mandato al museo nazionale di Atene per essere studiato in maniera approfondita. Si trattava di un pezzo di bronzo corroso avvolto da del legno marcio che una volta spaccatosi nell'asciugarsi mostrò al suo interno una serie di ingranaggi. In seguito, e precisamente nel 1958 il dottor Derek J. De Solla Price ricostruì l'oggetto e scopri che si trattava di un sistema di rotelle che calcolava i movimenti annuali della Luna. -La lente egizia Presso il British Museum a Londra è conservata una lente di cristallo proveniente da una tomba egiziana di Elwan. La particolarità e nello stesso tempo la stranezza di questa lente sta nel fatto che è molata in maniera perfetta tanto che farebbe supporre ad una lavorazione meccanica ed inoltre ha l'effetto di ingrandire la visione. Era forse la lente di un binocolo?.
-I Monili Colombiani.
In Colombia sono stati trovati 14 monili in oro purissimo che sembrerebbero raffigurare in apparenza degli uccelli. Ho usato volutamente il termine “in apparenza” perché tre di questi oggetti hanno presentato una disposizione tale delle ali da far insospettire gli studiosi a tal punto che venne deciso di far esaminare gli oggetti a degli esperti dell'Aeronautical Institute of New York. I risultati dello studio effettuato furono a dir poco sconcertanti, infatti all'esame della galleria del vento i monili mostrarono una perfetta aerodinamicità. Che fossero modellini di aeronavi in scala?
-Le “viti” dei dinosauri.
Tra il 1991 ed il 1993 in Russia, precisamente nei pressi del fiume Narada (monti Urali), una spedizione di archeologi scoprì fra gli scavi di strati preistorici risalenti al Pleistocene (2 milioni di anni fa) alcune viti e rondelle minuscole che variavano fra 0,003mm e 3 cm. Dopo accurati esami si scoprì che queste viti erano dei manufatti composti da molibdeno e tungsteno. Per effettuare uno studio ancora più preciso, le viti furono inviate alle Accademie delle scienze di Mosca, San Pietroburgo, Syktyvka e ad un istituto scientifico finlandese. La datazione finale li fa risalire ad un'epoca compresa tra 20000 e 318000 anni fa a seconda dei reperti.
-Le Pietre di Ica.
Ad Ica in Perù vi è un fisico appassionato di archeologia , il dottor Javier Cabrera[ii] che è in possesso di circa ventimila pietre decorate con incisioni ad oggi considerate senza un senso storico. Mi spiego meglio. Queste pietre in andesite grigia (materiale difficilissimo da incidere per la sua durezza) raffigurano uomini che cavalcano dinosauri, operazioni chirurgiche a cuore aperto, trasfusioni di sangue, tagli cesarei ecc. Il Professor Cabrera ha ricevuto in dono le prime pietre da un contadino del posto, e poi accortosi dell'anomalia di alcuni disegni ha cominciato ad interessarsi a tali oggetti, ed ha scoperto che la gente locale è solita ritrovare tali pietre sin dal 1500. Purtroppo non è semplice analizzare questi oggetti per scoprirne la datazione, comunque rimangono un mistero. Si potrebbe continuare per pagine e pagine ad elencare altri oggetti misteriosi dell'antichità, ma credo che già con questi che ho esposto si cominci a delineare uno scenario del passato che non è esattamente come la storia e la scienza ci hanno insegnato. Infatti con le conoscenze che abbiamo sulle antiche civiltà non è possibile spiegare in modo esauriente né le tecniche di costruzione di alcuni oggetti né la loro effettiva rappresentazione.
Sarebbe veramente interessante se la “Scienza ufficiale” provasse ad esaminare in modo esaustivo questi oggetti cercando di portare una soluzione agli enigmi. Purtroppo questo spesso non accade e si cerca di lasciare tutto com'è dando spiegazioni di comodo perché è meglio non destabilizzare l'ambiente e credo anche l'ego di qualche scienziato.
[i] Senza dubbio il cristallo più enigmatico è il teschio, scoperto nel 1927 da F.A. Mitchell-Hedges sulla cima di un tempio in rovina nell'antica città maya di Lubaantum,Belize.
Il teschio era fatto di un singolo blocco di quarzo alto 12 cm, lungo 17 e largo dodici. Le sue proporzioni corrispondono a quelle di un piccolo cranio umano, dai dettagli perfetti. Molte anomalie vennero riscontrate durante gli studi effettuati nel 1970. Non furono usati strumenti di metallo per modellare il quarzo, che era stato trattato senza badare assolutamente all'asse naturale del cristallo, situazione impensabile nella moderna arte della lavorazione del quarzo. Secondo gli studiosi gli venne dato un primo abbozzo di forma usando probabilmente il diamante. La fase di lucidatura e forma finale dovrebbe essere stata condotta con sabbia di cristalli di silicio e acqua. Se questo fosse vero, avrebbe richiesto trecento anni di lavoro continuo per ottenere tale risultato. Ad oggi, dopo essere andati sulla Luna e aver scalato montagne, sarebbe impossibile riprodurre un simile oggetto.
[ii] Le incredibili pietre del dottor Cabrera
Una capsula temporale di immagini, unica, si trova ad Ica, Perù.
Ventimila pietre e tavolette decorate con un grande assortimento di incisioni, alcune delle quali fuori luogo e anacronistiche. Il proprietario è il fisico, archeologo dilettante e geologo dottor Javier Cabrerà Darquea. La maggior parte del materiale impiegato è andesite grigia, di matrice granitica, semi cristallina, molto dura, difficile da incidere.
La gente della regione è solita rinvenire tali pietre da secoli, sin dal 1500. Sulle pietre sono raffigurate scene di chirurgia e pratiche mediche molto sofisticate, in alcuni casi molto più avanzate dei giorni nostri: sono rappresentati tagli cesarei, trasfusioni di sangue, l'agopuntura come anestetico, delicate operazioni ai polmoni o ai reni e la rimozione di tumori.
Ci sono anche immagini dettagliate di operazioni a cuore aperto o al cervello, e pietre che descrivono un trapianto di cuore seguendone tutta la procedura, Alcuni dottori hanno verificato che nelle pietre viene mostrato perfino un trapianto di cervello, a dimostrare che i chirurghi della preistoria erano altamente più avanzati di noi in fatto di medicina...
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