Non
so che tipo di rapporto legasse Silvio Berlusconi a Diego Della Valle, di certo
tra i due il pronome che veniva usato quando si parlavano era il "tu".
Abbiamo
sentito tutti, all'assemblea della Confindustria, Berlusconi dire:
"Prego
il SIGNOR Della Valle, se si rivolge al Presidente del Consiglio, di dargli del
"lei" e non del "tu".
Personalmente amo molto il "tu",
anche se non ne faccio un abuso.
Verso i miei superiori, o persone più
grandi di me, ho sempre usato il "lei" ed anche se mi viene espressamente
richiesto di dare del "tu" incontro una certa difficoltà.
Viceversa
se tocca a me dire "Dammi del tu" lo dico con estrema facilità
e sono ben felice quando vedo che questa mia richiesta viene subito accolta.
Mi
è capitato più di una volta di iniziare un rapporto con una nuova
conoscenza dando del "lei", per sentirmi dire dopo un certo tempo "Diamoci
del tu" e di incontrare una difficoltà notevole nel cambiare pronome.
Oppure
di sentirmi dire da un superiore "Dammi del tu" e di sentirmi talmente
a disagio nel farlo che nel parlare usavo una forma impersonale per non fargli
capire che il "tu" non lo stavo usando o arrivare addirittura a rivolgergli
la parola il meno possibile per non usare quel pronome per me troppo confidenziale,
data la differenza di posizione che occupavamo nell'ambito lavorativo.
Il mio
capo col quale sono entrata meno in confidenza fu proprio quello che mi "impose"
di dargli del "tu".
Dopo questa lunga premessa ritengo che si può
portare (e ricevere) il massimo rispetto (oppure esattamente il contrario) a prescindere
dal pronome usato.
Nella mia vita non mi era mai capitato di tornare indietro,
ritirando il pronome cosiddetto confidenziale...non mi era mai successo...fino
a qualche mese fa.
Non pensavo potesse mai accadermi, ma quando è successo
è stato di una spontaneità tale che...posso capire ciò che
deve aver provato Silvio Berlusconi per rivolgere a Della Valle quel rimprovero.
Nel
mio caso era un rapporto relativamente giovane (3 anni) con una signora di una
decina d'anni più vecchia di me...decisamente non più bambine, nè
io nè lei.
Un rapporto nato all'insegna della stima e dell'amicizia
reciproca che ci aveva portato a frequentarci abbastanza spesso e a sentirci telefonicamente
ancora più di frequente.
Io posso capire che un buon rapporto possa
deteriorarsi, ma quello che non tollero è che ciò avvenga senza
che la controparte ne venga messa a conoscenza.
In parole povere: ODIO IL PETTEGOLEZZO
E IL PUGNALARE ALLE SPALLE PERSONE ALLE QUALI CONTINUI A SORRIDERE E A DIMOSTRARE
SIMPATIA ED AMICIZIA QUANDO QUESTE NON ESISTONO PIU' (ammesso che siano mai esistite).
Ti
ho delusa?
Ti ho tradita?
Ho fatto più o meno involontariamente qualcosa
che ti ha dato fastidio?
Vieni, me lo dici, ne parliamo...se è possibile
ci chiariamo e restiamo amici come prima (più di prima), se no ognuno per
la sua strada, ma in maniera civile, senza meschini sotterfugi.
Dammi la possibilità,
dico io, di difendermi soprattutto se l'accusa nei miei confronti è gratuita,
ma non giudicarmi (e condannarmi) senza che io sappia che sono stata giudicata
e condannata.
Questo è quanto successo a me.
E come ne sono venuta
a conoscenza non ho fatto altro che sollevare il telefono, chiedere spiegazioni
in merito, per sentirmi blaterare menzogne su menzogne, e allora nel dire quello
che pensavo alla persona in questione sono passata quasi senza accorgermene dal
"tu" al "lei" e dal nome proprio al "Signora".
Delusione?
Noooooooooo!!!!
SOLO
UN GRANDE DISPREZZO nello scoprire la meschinità di certa gente, che non
ha il coraggio delle proprie azioni.
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