Da Pci a Pds, da Pds a Ds, da Ds a Pd passando per l'Ulivo.
Tutto
per tornare ai baffi e all'accento di Peppone.
Già, perchè a
forza di cambiar d'abito, il monaco democratico torna ad essere comunista
ed emiliano.
Altro che «partito nazionale e riformista»,
basta leggere le carte d'identità dei dirigenti: segretario
Pier Luigi Bersani da Bettola, Piacenza; capogruppo alla Camera Dario
Franceschini da Ferrara; presidente dell'Anci Graziano Delrio da
Reggio Emilia.
Se poi si aggiungono il presidente dell'assemblea
fondativa Romano Prodi da Bologna e il governatore dell'Emilia Romagna
Vasco Errani da Ravenna,
ecco che il Pd cambia prospettiva:
altro
che sognare di governare Roma,
sotto il Rubicone non si va.