Ma il trans di Sircana non aveva diritto a un minimo di privacy?
Non sarebbe stato il caso che qualcuno (giudice, garante o giornalista) si fosse chiesto se era giusto e morale sbattere quella sua foto in pasto al pubblico, ripreso proprio accanto al portavoce unico del governo?
Invece niente: nessuna voce si è levata per difendere l'unico che, in quel momento, stava lavorando onestamente.
E che magari adesso si ritrova nel pieno di una bufera familiare.
Chi vi assicura, infatti, che vedendo la sua foto con Sircana il babbo o la sorella di quel trans non siano rimasti profondamente feriti; non gli abbiano magari tolto il saluto, fatto il muso o gridato:
"Ecco dunque la sera chi frequenti!"
E lui, distrutto, a piangere e scusarsi:
"Credimi, babbo: è stata solo una sciocchezza di mezza estate, e poi ti giuro, quando ho capito chi era mi sono allontanato subito".
Hai voglia te, adesso, star lì a spiegare, dire così e cosà, e cercare di riprenderti.
Ormai la foto è pubblicata, e addio transquillità.
Con l'aggravante di esser stato ridotto ad un oggetto, a una cosa cui ci si accosta o ci si affianca, come un fittone, un molo o un paracarro.
Ed anche chi, più di ogni altro, avrebbe dovuto mostrare comprensione, se n'è uscito invece con trovate indegne.
Vladimir Luxuria, per esempio, che all'indomani del noto fatto ha lanciato una proposta al Parlamento intero: tutti gli onorevoli -ha detto- si facciano la foto con un transessuale.
Sì, come i bambini al circo con la scimmietta in braccio; magari sotto il cartello:"E' severamente vietato dare cibo ai transessuali"
In ogni caso anche 'sta storia finirà.
E come succede sempre qui in Italia, ognuno potrà tornare finalmente al suo solito trans-trans.
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