Si è ufficialmente aperta la stagione del Grande Cicciolo.
Quel fastidioso accumulo di grasso che nelle donne s'annida in genere sull'esterno coscia, sotto l'anca; un cuscinetto che dopo il lungo letargo dell'inverno minaccia di rovinare inesorabilmente la prima uscita col bikini.
Perchè la parità dei sessi, delle opportunità, i figli e la salute sono senz'altro una gran cosa, ma il Grande Cicciolo in agguato è in grado di far passare tutto in secondo piano.
Anche se magari è solo un cicciolino, uno sbuffo che nessuno nota e che, al massimo, fa tenerezza.
E invece no.
Le donne, a marzo, si scoprono piene di ciccia, con cosce alla zuava, pallide e zeppe di peli sulle gambe.
Al che uno potrebbe anche notare che la situazione, al 26 dicembre o al 30 gennaio, era la stessa identica: solito cicciolo e peli come sempre.
Ma oltre che un'indelicatezza, sarebbe un clamoroso errore psicologico e soprattutto una falsità scientifica.
Il Grande Cicciolo, è ormai noto, matura infatti durante la penultima notte di febbraio ed ha una gestazione di tre giorni.
Lo stesso vale per i peli, che mediamente spuntano il 2 marzo tra le 4 e 40 e le 7,30 del mattino.
L'ipertricosi, in ogni caso, per quanto inopportuna, non scatena sensi di colpa; anche perchè, lo dice la parola stessa, i peli sono di solito superflui (anche se prima o poi qualcuno ci dovrà spiegare quali siano i peli necessari).
Ed è così che a marzo le palestre cominciano a riempirsi piano piano delle vestali del Grande Cicciolo.
Perchè Riccione, Cesenatico, Lido di Spina, Gatteo e Viserbella (o più semplicemente un paio di jeans della scorsa estate) sono lì che aspettano.
Stanno in agguato e non perdonano: nè il Grande Cicciolo, nè il rotolino di grasso che da sotto al seno scende formando due morbidi scalini e poi si adagia sulla cintura.
Ma finalmente vengono luglio e agosto, i peli sono sconfitti e quanto al Grande Cicciolo e alla pancetta (esattamente uguali a prima) non se ne parla più.
Al massimo si ascolta un:
"Ho dei capelli che fan schifo", detto passando davanti allo specchio appeso al muro tra le "gabine" e il bar del Bagno 29. Ora bisogna solo attendere la prossima notte del Grande Cicciolo, che scoccherà puntuale anche quest'anno, come il 2 giugno e l'ultimo giorno utile per il canone tv.
Bagno 29
Per i non habituè della Riviera Romagnola...
dovete sapere che da queste parti non esistono gli "Stabilimenti Balneari", ma solo i "Bagni", seguiti da un nome di fantasia (Bagno Bianconero, Bagno Brasil) o dal cognome del proprietario (Bagno Valli).
A Cesenatico ogni "Bagno" ha il suo bar, il suo ristorantino, il suo giardinetto sul davanti (dalla parte del lungomare) ed una bella terrazza sul retro (dalla parte della spiaggia).
A Rimini, almeno nel 1991 (ora non so), non era così.
Il "Bagno" era solo un piccolo casotto dove stava il bagnino.
STOP.
Ogni 3 o 4 "Bagni" poi si trovava un bel bar sulla spiaggia.
E l'altra caratteristica che mi colpì, sempre a Rimini, è che i "Bagni" non avevano un nome, ma solo un numero, ovviamente in ordine progressivo.
Lo trovai di uno squallore unico, abituata alla fantasia dei bagnini di Cesenatico, finchè non dovetti dire a degli amici come fare per venirci a trovare.
Fu solo allora che capii come era comodo dire loro:
Siamo al Bagno 29
senza dare ulteriori indicazioni.
Negli anni 2000 anche Cesenatico si è adeguata, e pur continuando ad avere i vecchi nomi, ora ha anche i numeri.
Credetemi...sono di una comodità unica
:-))))
LeylaP.S.
Se pensavate che mi fossi inventata il Bagno Bianconero
visto la mia fede calcistica
vi smentisco subito
eh eh eh