E' un po' come l'inglese: che se non lo sai, dicono tutti, sei tagliato fuori.
Il che sarà anche vero, ma sta di fatto che se uno non parla inglese (per ignoranza, per scelta o per pigrizia) mica pretende poi di andare a teatro a Londra o a fare quattro chiacchiere con l'ambasciatore Williams e signora.
Rimane a casa sua in Italia, e buonanotte al secchio.
Idem, in teoria, per il computer.
Se uno non l'ha, non clicca, non manda mail e continua a ritenere che Control sia un preservativo di 30 anni fa e non un tasto lì a sinistra.
Invece no.
Con il pc non c'è scampo.
Non solo devi saperlo usare, ma quel che è peggio lo devi avere.
E questa roba della posta elettronica certificata è un ulteriore passo verso il computer obbligatorio.
Perchè se non ce l'hai sei tagliato fuori; e oggi non è più ammesso nè permesso che qualcuno, pur pagando le tasse e rispettando il rosso, possa chiamarsi fuori.
Siamo nel villaggio globale, dove in un microsecondo si possono scambiare milioni di informazioni.
Anche con un aborigeno, come diceva Corrado Guzzanti in uno sketch.
Per continuare poi: "Ma il problema è: aborigggeno, ma io e te che caxxo se dovemo dì?"
Per carità, nessuno vuole sostenere che un computer (quando funziona, non s'imballa, non va in clessidra o non ci rovesci una birra sopra la tastiera) sia un oggetto inutile.
E' utilissimo, a patto d'averlo, di saperlo usare e di riuscire anche ad installare Internet con una delle varie società telefoniche che te le raccomando tutte.
Ma come lo spremiagrumi elettrico o il cellulare che fa le foto dovrebbe restare una scelta libera del singolo, e non un obbligo strisciante che con la scusa del progresso e della velocità finisce per "fregarci" tutti.
Sì, ma se non ce l'hai sei tagliato fuori, dicono quelli che sono sempre un passo avanti.
Ma avanti a che???
Va beh, può anche darsi, ma...
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