Le coppie celebri:

Soraya &Reza Pahlavi

Soraya Esfandiari Bakhtiari è morta il 25 ottobre 2001.
Per i giovani, per quanti non erano ancora nati negli anni '60, spieghiamo che era l'ex regina di Persia, non imperatrice come erroneamente pubblicano molti giornali, poiché lo Scià suo ex marito era diventato imperatore solo alla nascita dell'erede maschio avuto da Farah Diba che, lei sì, è stata incoronata imperatrice.
Sembrava morte naturale, si parla di un giallo poiché anche Bijan, il fratello e maggior erede della sua fortuna, accorso a Parigi alle notizia, è morto qualche giorno dopo. Forse, però bisogna aspettare che si concluda l'inchiesta avviata dalla magistratura parigina, la sua morte resterà l'unica cosa misteriosa di una vita vissuta per lungo tempo sotto i riflettori.
Soraya, è il nome arabo di una costellazione, nasce ad Isfahan, figlia del capo della nobile tribù degli Esfandiari Bakhtiari che per 17 generazioni avevano dominato sui territori più ricchi di petrolio della Persia.
È stato il padre di colui che sposerà ad espropriarlo delle sue terre, costringendolo a riparare in Germania, dove aveva accumulato una fortuna.
La madre è la tedesca Eva, la ricordo grassissima, negli anni '60, scortare con piglio generalesco la figlia neo ripudiata.
Soraya studia in Svizzera, in collegi scelti, si dice sogni di diventare attrice.
Ha diciotto anni quando la sua vita subisce una svolta: lo Scià ripudia la prima moglie Fawzia, sorella di Faruk re d'Egitto, perché gli ha dato solo una figlia femmina e non l'erede maschio, e il primo ministro persiano, Mossadeq, gli mostra un album di fotografie delle possibili, nuove spose.
Secondo altre versioni, fu Shams, sorella dello Scià, a mostrargli la fotografia della ragazza che aveva conosciuto a Parigi. Comunque sia, la scelta cade su Soraya, detta Raya, e il matrimonio è combinato.
Il 12 febbraio del 1951 la quasi diciannovenne Soraya sposa il trentaduenne Muhammad Reza Pahlavi.
Lei è reduce da una febbre tifoidea, indossa un abito di Dior tempestato di 6.000 brillanti, veri, che pesa dai quindici ai venti chili, le versioni sono discordi, e nel corso della lunga cerimonia, forse anche per il profumo soffocante dei quintali di fiori fatti venire appositamente dall'Olanda, sviene tre volte. Sarà lo Scià ad autorizzare una dama del seguito a tagliare parte dello strascico.

Il matrimonio combinato si rivela un matrimonio d'amore, i due si amano appassionatamente anche se, per questioni di etichetta, si danno del lei anche nell'intimità, quando si leggono poesie: lei gli declama Verlaine in francese e lui risponde con Omar Khayyam.
Ma i figli non arrivano e per Soraya inizia la peregrinazione tra i luminari mondiali.
Intanto, lo Scià è costretto all'esilio.
Il primo ministro Mossadeq lo esautora e, in seguito ad una sollevazione popolare, il 16 agosto 1953 la coppia è costretta alla fuga.
Sono a Roma dove alloggiano al quarto piano dell'hotel Excelsior, assediati dai fotografi. Nel corso di un'intervista, lo Scià proclama di avere due fedi: "il Corano e Soraya".
Rientrano in Iran il 22 agosto, quando Mossadeq è arrestato dal generale Zahedi, ma i figli continuano a non arrivare. Secondo quanto detto e scritto da Soraya, lei non aveva alcuna imperfezione fisica, semplicemente non arrivavano.
Poiché lo Scià l'ama appassionatamente, e lei lo ricambia, per salvare il matrimonio si ventilano due ipotesi.
La prima è designare erede al trono il fratello minore dello Scià, Alì, ma questi muore in un incidente aereo.
La seconda: lui avrebbe sposato un'altra donna, la poligamia è ammessa, che avrebbe ripudiato non appena gli avesse dato il sospirato maschio.
Soraya, nata persiana ma cresciuta europea, rifiuta questo compromesso umiliante.
Nel febbraio del 1958 lei si trasferisce in Europa dai genitori, il 14 marzo lo Scià dà al mondo l'annuncio del ripudio.
È commosso, quasi piange e la chiama "sposa adorata".
Soraya torna libera con il titolo di principessa imperiale, doni da mille e una notte e un ricchissimo appannaggio che, però, per contratto perderà se passerà a nuove nozze.
Lo Scià si risposa, ha i figli maschi da designare eredi di un trono che perderà qualche anno dopo.
E Soraya, con l'etichetta di "principessa triste" appiccicatole dai giornali, entra a far parte della flora, o fauna, della dolce vita romana, internazionale.


TheEnd

 

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