di
Fu un monaco dell'abbazia di Pomposa,
Guido d'Arezzo,
che nel XI secolo risolse il problema di come memorizzare meglio le note musicali (allora associate a lettere dell'alfabeto)
abbinando ad esse delle sillabe.
Per far ciò musicò un inno a S.Giovanni
in modo che ogni verso corrispondesse ad una nota della scala ascendente a sei note:
UT queant laxis REsonare fibris MIra gestorum FAmuli tuorum SOLve polluti LAbii reatum Sancte Ioannese |
Associò così le iniziali di ogni verso a quelle note.
Questo accorgimento nel tempo rimase nei paesi latini.
UT si trasformò in Spagna ed in Italia in DO
e nel XVI secolo fu aggiunta la settima nota, il
SI
(forse dalle iniziali Sancte Ioannes)..
Piccole
considerazioni personali
Onestamente alla domanda posta così, avrei risposto:
E che ne so io?
Invece, man mano che leggevo la spiegazione, mi è venuto in mente un piccolo sacerdote,
che, in quel di Pescara, mentre frequentavo gli ultimi 3 mesi della II media,
impartiva a noi alunni lezioni di musica teorica, senza strumenti.
Sono stati gli unici insegnamenti da me ricevuti, sia prima che dopo.
E ho il vago ricordo di Guido d'Arezzo associato a questo sacerdote
che con la mano solfeggiava
(si dice così?)
mentre ci insegnava le 7 note musicali.
Da qui ne deduco che questa informazione nella mia mente
una vita fa è entrata
ma ne è uscita immediatamente.
Una cosa che invece so è che il DO una volta si chiama UT.
Come mai?
Se avete mai fatto le parole crociate saranno capitate anche voi domande del tipo
Antica nota
o
Antico nome del DO
:-)))))
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