(dal diario "I giorni dell'arcobaleno" )

Non so perchè, ma ad ogni cambio di stagione, mia madre doveva infliggermi il supplizio dell'olio di ricino.
Ero piccola, infatti abitavo ancora a Taranto.
E supplizio nel supplizio, la sera precedente toccava anche a me andare a comprarlo.
Ricordo ancora il bicchierone...
era uno di quei bicchieri che reclamavano il Chinotto Neri:
"Non è chinotto...se non c'è l'8"
era la scritta che campeggiava su di esso.
E così, con grande mestizia, quando arrivava il giorno prestabilito, la sera prima prendevo questo bicchiere, andavo in farmacia, guardavo con angoscia il farmacista che lo riempiva fino all'orlo e poi ci metteva su una cartina bianca, per preservarlo dalla polvere.
Per tutta la sera guardavo questo bicchiere, pensando al disgusto che avrei provato la mattina dopo.
Mattina che giungeva immancabilmente e appena aprivo gli occhi mamma si presentava col bicchierone...
ed io che ero stata zitta fino ad allora iniziavo con le mie suppliche...

"Mamma non lo voglio...mamma ti prego...non darmelo..."
"Su su da brava, prendilo che ti fa bene..."

"Mamma no...mamma..."
"Dai...sai cosa fa la mamma? Ti dà £.10.000 se lo prendi senza piangere..."

E mentre lo diceva mi metteva £. 10.000 nelle mani...e così io, tappandomi il naso, mandavo giù di corsa tutto quell'olio senza piangere.
Subito dopo mamma aggiungeva:

"Brava, hai visto che non era poi così difficile? Ora prendiamo le 10.000 lire e le conserviamo nel primo cassetto del comò, perchè tu non sapresti dove metterle..."

...e rimetteva i soldi da dove li aveva presi...eh eh eh
Che belli i miei personalissimi giorni dell'arcobaleno, che hanno la potenza di trasformare anche l'olio di ricino in un ricordo felice.
Leyla


 

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