TEMA
Anche di notte la città vive: nel lavoro, nel dolore, nella gioia. nella speranza, nel silenzio.
Svolgimento
Il nero manto vellutato, trapunto di stelle, si
stende sulla città. Ogni cosa sembra avvolta nel buio e nel silenzio.
Una rombante motocicletta rompe la monotonia, portandosi seco lultimo
grido della città addormentata. Quasi tutte le finestre sono buie con
le persiane accostate, ma qua e là, come tanti fari nella notte, se ne
intravede qualcuna illuminata. Chissà cosa si cela dietro di esse. Chissà
perché esse sono illuminate. Ma esse sono chiuse, impenetrabili alla
mia curiosità. Chiuse come un palcoscenico su cui cala il sipario, impenetrabili
come i misteri della notte. Ma io riuscirò ad aprirle e a penetrare,
svelando anche le cose più segrete. Come? E facile! Lasciandomi
prendere dolcemente per mano dalla mia fantasia.
Ecco, lì vedo un uomo. E giovane, simpatico,
Che cosa fa? Sono le due di notte ed egli lavora. Sta ultimando un disegno.
Le sue energie dovrebbero essere allestremo, dato che il suo piccolo capolavoro
è quasi compiuto. Ma, eppure, la sua mano non trema, i suoi occhi non
si chiudono e la sua mente è più che mai sveglia. Pensa al futuro.
A un futuro roseo. Roseo come il corredino che la sua cara donna sta preparando.
Forse domani sarà un altro giorno. Riuscirà ad essere assunto
definitivamente. E con un ultimo beato sorriso il nostro geometra termina la
sua fatica.
Più in là, invece, si odono dei vagiti.
E il modo in cui un piccolo frugoletto rosso annuncia al mondo:
Da oggi ci sono anchio. E il padre lo guarda. Lo adora in silenzio
come se invece di un coso urlante e tutto grinzoso, avesse in mano un piccolo
Dio. E pensa già al giorno in cui sarà un famoso dottore, o no,
meglio un grande avvocato, mentre, caso mai, il bimbo vorrà diventare
prete.
In quella piccola stanza di quella casa gialla è
un ragazzo che veglia. Sta studiando. Lanno scolastico volge al termine
e lui deve assolutamente essere promosso. Se sarà rimandato per lui non
ci sarà più scuola, ma solo lavoro, duro lavoro. Nella sua testa
ci sono grandi progetti. Per un attimo i suoi occhi stanchi e lucidi per il
sonno vagano per la stanza posandosi sulle povere cose. La sonnolenza gli intorpidisce
le membra, ma la volontà di riuscire è più forte di quella
di riposare e così egli riprende a studiare.
Odo qualcosa in lontananza. Cosè che
turba la pace notturna? E il lacerante suono di unautoambulanza.
Passa come un razzo sotto casa, raggiungendo il massimo del rumore, che, poi,
va man mano affievolendosi. E facilmente immaginabile dovera diretta.
Da altre persone in attesa, prostrate dal dolore, con i visi sfigurati dallangoscia,
ma con sempre un po di speranza nel cuore.
I miei pensieri sono interrotti da una stella che cade. Meccanicamente formulo un desiderio. Sul momento credo nel potere realizzativo di quella stella, ma poi pensandoci meglio mi vien voglia di ridere, anzi di piangere. La mia stellina sarà stata vista, sicuramente, anche dal mio povero geometra, dal neo padre, dallo studente sgobbone e, forse, anche da qualche familiare dellinfermo. Anche loro avranno espresso un desiderio. E come può, la mia piccola stella, esaudirli tutti?
Ma loro non lo sanno; non sanno che siamo stati in tanti a vederla, ognuno crederà di essere stato il solo e mentre il piccolo astro, nella cruda realtà, si disintegra, io lo vedo riprendere la via del cielo, rimescolarsi ai coralli di quel mare a rovescio, e salire in alto, sempre più in alto, per andare dal Signore a riferire i desideri irrealizzabili di noi poveri mortali.
Cagliari, 10 maggio 1962 - II E rag. Pietro Martini
Il tema va letto nellottica di una ragazzina di 16 anni, non una ragazzina di oggi, ma una di più di 40 anni fa (con la testa piena di tutte le letture di Liala). Era un compito in classe; a disposizione le solite due ore scarse. Io lho ricopiato così come era, senza ritoccare neanche una virgola (come avrei potuto...)
Lodovisca
Il diario di Lodovisca Poesia e meditazioni Collage Home page