Il relativismo
ovvero
ognuno
è libero di pensarla come vuole?
Cosa
sia il "relativismo" bene o male lo sappiamo un po' tutti.
Da che
abbiamo il nuovo Papa questa parola l'ho sentita risuonare parecchie volte.
Ovviamente
il Papa l'associa alla religione. Io, da laica, alla vita di tutti i giorni.
Intanto
chiariamo cosa s'intende per "relativismo".
Prendo in prestito la
definizione da me letta recentemente in un "Buongiorno del Signore"
di Eugenio Marrone.
Tutto
é relativo,
non ci sono più certezze, niente più di assoluto,
per cui siamo abilitati
a fare e a pensare qualsiasi cosa perché nessuno
la può confutare:
io la penso così, un altro la pensa in un'altra
maniera, e tutti abbiamo
il diritto che nessuno ci venga a disturbare. Questa
concezione
sta infettando mortalmente la mente degli uomini.
Per
carità, è sacrosanto che ognuno di noi la pensi come vuole.
Quante
volte ci siamo sentiti dire o abbiamo detto:
Questo è il tuo pensiero,
il mio è diverso. Possono essere validi tutti e due. Tu ti tieni il tuo
ed io mi tengo il mio.
Se questo modo di agire e di pensare, però,
può andare bene per delle cose futili (un film, la squadra di calcio, una
canzone), ci sono delle cose o degli avvenimenti che oggettivamente DEVONO essere
uguali per tutti.
Davanti ad una azione disonesta o ad un comportamento scorretto
non possiamo tirare in ballo la nostra soggettività, il nostro modo di
essere, eccependo decine di "distinguo" o centinaia di "io la vedo
diversamente".
Quando uno stesso fatto è visto nella stessa identica
maniera dalla maggioranza delle persone, bisognerebbe che anche i dissidenti,
sia in senso positivo che negativo, facessero un piccolo esame di coscienza e
rimettessero in discussione le proprie idee.
Io per prima.
Leyla
Il
diario di Lodovisca Poesia,
favole e meditazioni Collage
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