Natale
al fronte
(Bruno
Ferrero)
Nel dicembre 1914 inglesi e tedeschi si fronteggiavano dalle trincee separate da una striscia di terra brutta e piatta, divisa al centro da filo spinato.
Di tanto in tanto alcune sagome si avventuravano nella terra di nessuno, ma la
maggior parte dei soldati rimanevano nel fango e nell'acqua che stagnavano nelle
trincee, intenti solo ad evitare il fuoco dei nemico.
La Vigilia di Natale l'aria era fredda e piena di nebbia. Improvvisamente alcuni
soldati inglesi stupefatti videro delle luci avanzare lungo le trincee nemiche.
Poi venne l'incredibile suono di un canto. I soldati tedeschi cantavano Stille
Nacht.
Quando il canto cessò i soldati inglesi risposero con
First Christmas. Il canto da entrambe le parti durò per un'ora. Poi una
voce invitò tutti a superare le linee.
Un tedesco con grande
coraggio uscì dalla trincea, attraversò la terra di nessuno e scese
nella trincea inglese. Altri commilitoni lo seguirono con le mani in tasca per
dimostrare che erano disarmati. "Io sono un sassone e voi degli anglosassoni.
Perché mai ci combattiamo?" chiese.
Nell'alba limpida e
fredda del giorno di Natale non ci fu nessuna sparatoria.
Gli uomini
avevano autonomamente stabilito un giorno di pace. "Uno spirito più
forte della guerra era all'opera", commentò un osservatore. I comandanti
di entrambe le parti non approvarono.
Sapevano che l'amicizia fra nemici
dichiarati avrebbe impedito la guerra. Ma la tregua continuò.
Perfino
gli uccelli selvatici, che tanto tempo prima occupavano il rumoroso campo di battaglia,
ritornarono e furono nutriti dai soldati.
Sarebbero stati salvati 9
milioni di uomini, se quei soldati avessero potuto obbedire al loro desiderio
di amicizia e di pace e la tregua non fosse finita subito dopo Natale.
Un soldato inglese, che aveva preso parte a quella memorabile pace natalizia,
morì all'età di 85 anni. Fino alla fine dei suoi giorni non poteva
sentire Stille Nacht senza che le lacrime gli rigassero le guance. Si ricordava
degli amici tedeschi che aveva avuto in quel giorno di Natale e che, per quanto
ne sapeva, aveva poi ucciso nei giorni che seguirono.
Tratto dal "Buongiorno...nel
Signore" di Eugenio Marrone
Lodovisca
P.S.
Non mi importa
se la storia sia vera oppure no.
Io so solo che ho pianto nel leggerla e...tanto
mi basta...