Erba di casa mia

Bologna è la città che mi ospita dal 2 settembre 1965.
Era il giorno del mio 20° compleanno.
Ci arrivai alle 7 del mattino, dopo una notte passata scomodamente in macchina, proveniente da Taranto, dove avevo trascorso il mese di agosto e dopo aver lasciato, a luglio, per sempre Cagliari.
La casa che mi accolse è quella dove ora abita Cettina, la casa che è stata dei miei genitori fino al 10 ottobre 1996.
Cettina l'ha comprata a maggio del 1999 ed io non finirò mai di ringraziare chi ha guidato i suoi passi fino a me.
Mi piace pensare che sia stato babbo da lassù, perchè persona migliore non potevo trovare.
Babbo avrebbe adorato Cettina se avesse potuto avere il piacere di conoscerla, così come sono sicura che anche lei lo avrebbe adorato.
Cettina ha ovviamente ristrutturato la casa, ma ha conservato, con mia grande felicità, le porte ed una colonna in cristallo blu, alta fino al soffitto, che si trova nell'ingresso, fatta ad hoc per nascondere il contatore del gas.
E' bello andare giù da lei (io abito al 5° piano dello stesso palazzo), è bello toccare le maniglie delle porte, guardare la colonna...
Ma è anche bello, da parte mia, non pensare più alla casa come alla casa dei miei genitori, ma pensare ad essa come alla casa di Cettina.
Quando in passato da casa mia scendevo i due piani che ci dividono dicevo immancabilmente...
Vado da mamma
Nei quasi 3 anni che è rimasta vuota ho continuato a dire per un lungo periodo...
Vado giù da mamma
per poi impormi un...
Vado giù
Da come è arrivata Cettina non ho mai sbagliato una volta ed ho sempre detto...
Vado da Cettina
Quando sono giù con lei mi capita sempre più raramente di "vedere" mamma in cucina o babbo nello studio e questo mi rende felice.
L'appartamento di Cettina ed il mio sono identici, perchè si trovano sullo stesso lato del palazzo.
A volte penso come è strana la vita.
Abbiamo tutti le stesse stanze, disposte nella stessa maniera, eppure ogni casa è diversa, in ognuna di essa si respira un'aria diversa, ognuna ha l'impronta di chi la abita.
E' come se ciascuno di noi indossasse lo stesso abito, ma su ognuno fa una figura diversa.
Se è vero che la mia casa mi assomiglia, così almeno mi dicono, anche quella di Cettina assomiglia a lei, così come prima assomigliava ai miei genitori.
Non ci sono più le civettuole tende di mamma, nè i mobili in perfetto stile anni 70/80, non c'è più l'odorosa cucina, nè lo studio dove babbo passava gran parte della sua giornata.
Il loro posto è stato preso da bellissimi mobili di pregiato antiquariato, la cucina è sempre una Salvarani, di quelle moderne, anche se rimane quasi sempre malinconicamente linda e lo studio, pur essendo rimasto uno studio, si capisce che chi ora lo abita passa le sue giornate indossando un camice bianco, il camice dei medici.
Dove adesso c'è il lettino per i pazienti, prima c'era un divano che ora si trova qui alle mie spalle.
La scrivania è nella stessa posizione, ed anche da lei ci sono tante pile di libri sparse un po' ovunque, proprio come le teneva babbo.
Manca il televisore da Cettina, mentre babbo lo teneva sulla scrivania, sempre acceso, come sottofondo, quando lavorava. In compenso Cettina ha il computer che babbo non aveva, ma che ha fatto in tempo ad usare, costretto da me.
Che ridere, se ci penso...non ne voleva sapere :-)))))
Ma io, testarda come sono, potevo desistere???
Quando mai!!!
Quanta fatica fece babbo all'inizio, ma non perchè fosse una cosa difficile, solo perchè non ne intravedeva l'utilità.
Ma nel giro di pochi mesi, era arrivato a chiedermi...
Visca, non è che col pc riesci a crearmi un programmino per fare i conteggi delle pensioni?
Ed io...miracolo...ci riuscii...col Lotus.
Il caro vecchio Lotus, con esso riuscivo a fare miracoli...amavo ed amo dire...se mi ci fossi messa anche il caffè sarei riuscita a fare :-)))))
Internet era lontana da me anni luci, credo che forse non sapevo neppure della sua esistenza.
Mamma mia come si sarebbe divertito babbo con internet...
Francesco...babbo sarebbe stato il miglior Delfino Errante.
Sarebbe stato sempre a scrivere sul Muro, si sarebbe ascoltato tutte le partite del Taranto, avrebbe letto avidamente la rassegna stampa giornaliera e chissà di quanti suoi ricordi vi avrebbe fatto partecipi...
Che peccato...che non abbia potuto fare in tempo.
Ricordo quando la domenica pomeriggio cercava disperatamente di avere notizie del Taranto e come si incazzava quando al lunedì non trovava neanche il più piccolo trafiletto sulle pagine sportive...
Come è ingiusta la vita...
E' questo che mi fa soffrire...non è non poter più godere di loro, ma il fatto che loro non possano più godere di tante piccole cose nuove...non è giusto...non è giusto...

Io devo essere tutta scema...ma come mi sono ritrovata a parlare di questo?
Ero partita che volevo rendere un omaggio alla città di Bologna e mi sono ritrovata a parlare per l'ennesima volta di babbo...
Scusatemi...
Visca

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