Cresce una nuova moda:
disprezzare i cattolici in nome del falso dialogo

Sul "Carlino" di oggi c'era un articolo con questo titolo, a cura del sacerdote Alessandro Maggiolini.
L'autore l'ha scritto per dire il suo pensiero sul recente caso Buttiglione.
Lungi da me il voler esprimere una qualsiasi opinione in merito, l'articolo mi ha dato, però, l'occasione di poter riflettere.
Credo di far parte anche io della schiera di coloro che, ultimamente, "disprezzano" i cattolici, un certo tipo di cattolici...
Ma come, direte voi, non sei cattolica anche tu?
Dovrei dire di sì...anche se non conosco più la risposta esatta a questa domanda.
Preciso subito in cosa consiste il mio attuale "disprezzo" per i cattolici praticanti: nel fare costantemente la Comunione senza prima confessarsi, o meglio ancora, nel restare per anni senza farlo.
Dai miei 3 anni fino ai 12 ho vissuto a stretto contatto con la chiesa.
Mi sono fatta 3 anni di asilo dalle suore ed in seguito, anche se i miei genitori in chiesa non andavano, io ci andavo tutte le domeniche da sola.
I miei primi ricordi risalgono a quando avevo 8 anni e la domenica mi alzavo presto per andare sola soletta alla Messa delle 8,30 (era quella la Messa dei bambini) e mia madre brontolava, perchè la costringevo a svegliarsi presto.
Ricordo che non mi rifaceva le trecce o lo chignon, me li aggiustava soltanto i capelli, perchè non capiva la mia necessità di andare per forza a quella Messa...ed avevo solo 8 anni...
Negli anni a seguire, fui io a far andare in chiesa mamma e babbo, arrivarono a fare persino i 9 primi venerdì del mese :-))))))
Da questo si può capire che la mia religiosità non è stata una cosa nata in famiglia, ma oserei dire spontanea.
Una volta che andai via da Mantova mi sentii un po' persa.
Avevo solo 12 anni...non potevo di certo ritrovare i miei amati Don Enzo e don Dino nelle varie chiese che mi trovai a frequentare nelle tante città nelle quali sono poi vissuta.
E piano piano mi sono allontanata...
Nonostante questo sono cresciuta nella morale cattolica che è sempre ben radicata in me.
Anche da adulta ho avuto dei lunghissimi periodi "religiosi".
Ho fatto anche io la Comunione ogni domenica senza confessarmi tutte le volte.
Ma dopo un mese, massimo due iniziavo a sentire un certo disagio nell'accostarmi all'Eucarestia...
mi dicevo...
Possibile che tu non abbia commesso alcun peccato?
Possibile che tu sia così perfetta?
Renditi conto che non è possibile...
Ricordati di quando eri bambina, quando prima di ricevere Gesù dentro di te, dovevi sempre "pulire" il tuo cuore che allora, sì, era veramente pulito...

e così andavo a confessarmi ed erano delle confessioni lunghissime, dove esternavo tutti i miei dubbi su questa mia presunta "innocenza" e dove alla fine scoprivo che "innocente" non lo ero affatto.
E allora perchè oggi contesto i cattolici?
Li contesto perchè credo che quando si frequenta assiduamente una chiesa, quando si fa la comunione tutte le domeniche (senza confessarsi) bisognerebbe essere al di sopra di certe umane miserie.
E invece vedo che per molti di essi non è così.
E' facile liquidare il tutto dicendo che siamo esseri umani e come tali soggetti a sbagliare.
Giusto. E chi non è d'accordo con questa lapalissiana verità?
Ma quando non ci si accorge di sbagliare, quando si è convinti di non peccare mai, quando ci si comporta bene solo con chi ci fa comodo, mentre si dicono peste e corna di coloro di cui non ce ne frega nulla...
e tutto questo senza avere il minimo sentore di quanto ciò sia sbagliato...
che razza di cattolici siamo???????
Ne conosco parecchie di queste persone, così dette timorate di Dio.
Persone che non si confessano mai, pur facendo costantemente la Comunione, perchè secondo loro non hanno alcun peccato da confessare.
Posso mai avere stima di persone come queste?
Preferisco centomila volte a loro, uomini e donne che non mettono mai piede in chiesa, che non si fanno mai un segno della croce, che non dicono mai una preghiera, ma che hanno una morale ben più solida e che quando sbagliano sono ben coscienti di averlo fatto.
Questi cattolici, ammesso e non concesso che conducano una vita irreprensibile sotto tutti i punti di vista, commettono come minimo un peccato di superbia, ritenendosi esenti da colpe...
...e, come ben sappiamo, la superbia è uno dei sette vizi capitali.
Io almeno lo so...ma loro lo sanno?
Vedo negli attuali assidui cattolici, nei timorati di Dio, vedo...dicevo...una religiosità fatta a loro uso e consumo.
"Indossano" i comandamenti come se fossero una calzamaglia, adattandola alla propria taglia.
Ognuno ha un suo pensiero, ognuno ha una sua morale, ognuno "interpreta" la parola di nostro Signore.
Non sto dicendo che siano tutti così, nè che costoro non siano delle brave persone.
Sto solo mettendo in dubbio la capacità di parecchi di capire che non è solo andando a Messa la domenica e facendo assiduamente la Comunione che si è dei bravi cattolici.
Ci vuole ben altro.
E la confessione, unita alla penitenza, sono il passaggio necessario per capire ciò.
Abolendo l'una, e di conseguenza l'altra, complice la Chiesa, siamo arrivati ai giorni nostri, dove c'è gente che non si confessa per anni, anni, anni...convinta di non averne bisogno, convinta di essere immune dal peccato...
Cosa devo confessare? Vado a Messa ogni domenica e nelle feste comandate, non ho mai rubato, non ho mai ucciso, ho sempre onorato il padre e la madre, non dico parolacce...il mio rapporto è con Dio, non con un prete...
e avanti così, domenica dopo domenica, mese dopo mese, anno dopo anno...

Per rispondere alla domanda iniziale che io stessa mi sono posta...
Sei una cattolica? O meglio sei una buona cattolica?
NO, non lo sono!
E non solo perchè non vado più a Messa la domenica.
Non lo sono per tanti motivi, ma soprattutto per una cosa di cui sono ben conscia.
Oggi come oggi in me manca quasi del tutto una delle condizioni basilari dell'essere un buon cattolico: il perdono.
Basterebbe questo per farmi dire che non sono più una cattolica.
Non sono più disposta a perdonare chi deliberatamente mi fa del male, chi per superficialità mi fa soffrire.
Ho troppo rispetto di me stessa per accettare offese gratuite da persone che oltre tutto disprezzo proprio per questo loro modo di essere e se è possibile, disprezzo ancora di più chi, pensando di comportarsi da buon cattolico, perora la causa di persone come queste, senza rendersi conto che a sua volta è come loro, se non peggio, non fosse altro perchè si rende complice di tali comportamenti col suo troppo buonismo.
Lo so che pecco, ma almeno sono cosciente di farlo.
E solo quando si è coscienti di un qualcosa si può cercare di trovare la strada per tentare di migliorarsi..
possono dire altrettanto coloro che sono convinti di non commettere certi tipi di errori?
A parole...forse...ma con i fatti non fanno nulla per migliorare il loro stato.
Ecco i motivi per cui anche io sto seguendo la nuova moda: "disprezzare" i cattolici e non in nome di un falso dialogo, ma per la loro "cecità".
Lodovisca

P.S. - Chiedo scusa preventivamente se posso aver offeso involontariamente qualcuno che mi leggerà. I miei sono solo pensieri, considerazioni che scaturiscono da vicende di vita vissuta...a volte mie a volte di altri.

P.S. del P.S. - Nel mio caso il verbo "cogitare" è da intendere come una mia ricerca interiore, un lavorare a un processo di chiarificazione con me stessa.

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