Buongiorno del 1° ottobre 2003
Buongiorno
Lodovisca
Sappiatecogliere, Amici, la morale, non troppo nascosta,
di questo racconto e fatela vostra.
Quando il fango, le inutili cattiverie, le incomprensioni
che ci vengono "buttati" addosso
colmano la misura
è proprio attraverso esse
che dobbiamo avere la capacità
di uscire da una spirale che, a prima vista,
sembrava senza fine.
Il mio motto?
Chi non mi ama...non mi merita...
:-)))))))
L'asino e il contadino
C'era una volta l'asino di un contadino. Un giorno l'asino cadde in un pozzo. Il povero animale pianse ininterrottamente per ore. Il contadino affranto dai lamenti dell'asino voleva tirarlo fuori. Ma dopo inutili sforzi e tentativi, pensò di lasciar perdere: l'animale era vecchio e il pozzo secco.Decise quindi di lasciare l'asino sottoterra e di chiudere il pozzo ormai privo di acqua. Chiese, così, aiuto agli altri contadini del villaggio per ricoprire di terra il pozzo.
Il povero asino imprigionato, al rumore delle palate e alle zolle di terra che gli piovevano in testa, capì le intenzioni degli esseri umani e scoppiò in un pianto irrefrenabile. Ma all'improvviso smise di piangere suscitando lo stupore di tutti. Passarono le ore, le zolle di terra venivano buttate velocemente fin quasi a ricoprire il pozzo interamente.
Finalmente il contadino ebbe il coraggio di guardare in fondo al pozzo e rimase sorpreso per quello che vide. L'asino era ancora lì: utilizzava ogni palata di terra che riceveva sulla testa come un gradino, la scrollava di dosso e la lasciava alle sue spalle. Man mano che i contadini gli gettavano le zolle di terra, saliva sempre di più e si avvicinava al bordo del pozzo. Zolla dopo zolla, gradino dopo gradino, l'asino riuscì ad uscire dal pozzo con un grande balzo. Cominciò così a trottare felice.
Con le pale in mano i contadini rimasero a guardare lo spettacolo ed erano talmente allibiti che non erano capaci di dire nulla.
La vita ci butta terra di tutti i tipi e ci affonda
in pozzi neri e profondi.
Il segreto per uscire più forti dal pozzo
è scuotersi la terra di dosso
e, passo dopo passo, avvicinarci al cielo.
Tratto dal "Buongiorno...nel Signore" di Eugenio Marrone Lodovisca
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