Io sono innamorata dei gatti, che trovo, oltre tutto, degli animali sensualissimi...
Solo chi possiede un gatto può capirmi...
quel suo ronfare, indice del suo piacere...
quel suo "guardarmi" con gli occhi socchiusi, come languide promesse di amore eterno...
quel suo "accarezzarmi" con la zampina, con una delicatezza incredibile...
quel suo "capirmi", quando qualcosa non andava...
quel suo "strusciarsi" contro le mie gambe nude, trasmettendomi un "brivido" di piacere...
quel suo "parlare" con mugolii bassi...
quel nostro "amoreggiare", che era solo suo e mio...
Klin per me è stato tutto questo...
ed è per questo che gli ho giurato amore eterno
Bologna, un pomeriggio di luglio del 1985
Sto dormendo. Il telefono mi sveglia.
E' Claudia, la ragazzina che Roby aveva all'epoca, che con voce rotta dal pianto mi dice che il suo papà è morto in un incidente d'auto.
Rimango inebetita, ma trovo ugualmente la forza di dire delle parole di conforto a questa fragile creatura che all'improvviso, da sedicenne, è diventata donna.
Il mio essere intero si ribella a questa ingiustizia che la vita ha perpetrato ai danni di una famigliola felice.
Ma Claudia è lì che piange, mi devo fare forza, devo pensare solo a lei.
La rassicuro che cercherò subito Roby (in vacanza presso dei parenti sprovvisti di telefono nella villa al mare... i cellulari all'epoca non c'erano ancora), le chiedo come sta la sua mamma (che domanda idiota), e parlo parlo... cosa avrò detto, Dio solo lo sa...
Dopo mezz'ora, metto giù il telefono e finalmente posso dare sfogo al mio dolore.
Scappo dal letto, come per lasciarmi alle spalle quella notizia tremenda, mi rifugio in sala, mi siedo sul divano e un doloroso singhiozzo mi squassa il petto, mentre copiose lacrime scendono giù dagli occhi.
Sono sola in casa e piango, piango, perchè non è giusto... non è giusto... Signore, come puoi permettere tutto questo... perchè... perchè... ???
Dov'eri mentre quel povero uomo moriva senza nessuna colpa???
Ad un tratto avverto una presenza silenziosa... attraverso un velo di lacrime, vedo Klin ai miei piedi, che mi guarda, mi interroga, fermo, immobile; penso che mai come in quel momento vorrebbe poter parlare per chiedermi cosa è successo... e così gli racconto... Klin... la nostra Claudia... il suo papà... non c'è più... povera bambina... come farà a sopportare un dolore del genere?
E Roby... Roby... che farà... povero figlio mio... sarà capace di aiutarla?
Lui capisce ed inizia a leccarmi i piedi, mentre continua a guardarmi, come per vedere se riesce a trasmettermi un po' del suo calore.
E rimaniamo così, per non so quanto tempo... io a piangere e a farfugliare parole incomprensibili e lui a guardarmi, alternando leccate a dolcissime carezze, con la zampina morbidissima.
Credo che nessun altro gesto in quel momento, nessuna parola mi avrebbero fatto bene come quella sua presenza, quel suo starmi vicino, quel suo guardarmi, quel suo leccarmi che volevano dire tante cose... ci sono io qua, ci sono io vicino a te, io, il tuo Klin che ti vuole tanto bene... grazie mio piccolo Klin, la "mamma" ti ringrazia per quella tua "umanità", che dovrebbe essere una prerogativa di noi esseri umani, ma di cui tanti di noi sono sprovvisti...
Lodovisca
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