Bologna, 1 Dicembre 2007
Ma diamogli 'sto affresco, buttiamolo via, consegniamolo ai writers, copriamolo di piastrelle da bagno...
Facciamo qualsiasi cosa, una cosa qualsiasi, ma riprendiamoci una volta per tutte i gradini di San Petronio.
Perchè non esiste che per un dipinto del '400 a pensionati, studenti, barboni, coppiette e fannulloni sia negato da anni il piacere di star lì seduti ad oziare guardando i piccioni o sfogliando un giornale.
Se ai nostri fratelli musulmani quell'affresco non piace, se li turba e li offende, cacciamolo via o chiamiamo un imam col furgone che se lo venga a prendere.
Tanto a noi che ci frega di un affresco con Maometto all'inferno seviziato dai diavoli?
Niente!
Un tal niente di niente che, infatti, abbiamo quasi tutti saputo che esisteva solo grazie allo zelo bigotto di qualche ultra islamista.
Toglierlo?
MAI!
...dicono invece i cattolici più intransigenti.
Sarebbe cedere al ricatto, alla prepotenza; sarebbe come calare le braghe.
Le braghe?!
Ma se ormai le abbiamo al ginocchio.
Se nel giro di una decina di giorni, dalla Brianza al Salento, spunteranno le solite maestre religiosamente corrette a vietare presepi, commediole e Bambini Gesù per non urtare la sensibilità degli alunni musulmanini.
Quindi smantelliamo l'affresco e torniamo finalmente a sederci là dove generazioni di bolognesissime chiappe (anche atee, scettiche e miscredenti) si sono adagiate nel corso dei secoli; e dove in tanti (se non disturbiamo) vorremmo tornare a rimetterle.
Perchè lì non è solo questione di chiesa o di gara a chi crede nel dio più potente e vendicativo.
Quei pochi metri quadrati sotto San Petronio sono da sempre Bologna; quella di tutti, la nostra città, chiunque si preghi e comunque la si pensi.
La città anche degli utili idioti politicamente corretti che tra pochi giorni (originali come il segnale orario) scateneranno la loro offensiva contro le figurine del Bambino Gesù.
Plaudendo però ai forchettoni africani in vendita a Santa Lucia.
San Petronio
Per chi non lo sapesse San Petronio è il patrono di Bologna e la sua basilica (la cui facciata è la più brutta in senso assoluto, secondo me, di tutte le chiese d'Italia) sorge in Piazza Maggiore che, invece, è una delle più belle piazze del nostro Paese.
La sua costruzione risale al 1390.
La basilica quando fu progettata doveva essere immensa e superare in grandezza e fasto San Pietro.
Ma il papa dell'epoca bloccò questo ambizioso progetto, ecco perchè rimase incompiuta come dimostra la sua facciata. Quella che si vede doveva essere un'ala, pensate come avrebbe dovuto essere il resto.
Ciò nonostante le sue imponenti dimensioni (132 metri di lunghezza e 60 di larghezza, con un'altezza della volta di 45 metri, mentre sulla facciata tocca i 51 metri) ne fanno la quinta chiesa più grande del mondo.
Personalmente negli oltre 40 anni che vivo a Bologna ci sarò entrata sì e no 4/5 volte, mentre la Piazza l'avrò attraversata migliaia e migliaia di volte.
Ho sostato anche io sui suoi gradini, magari per fumarmi una sigaretta o per lasciarmi baciare dal sole.
Sapevo del quadro di cui parla Savini, ma solo perchè ne sono venuta a conoscenza, come la maggior parte dei cittadini, dopo il "problema" sollevato non ricordo più bene da chi.
Era un po' che non passavo da Piazza Maggiore e quale non è stata la mia meraviglia nel vedere che ora i gradini sono transennati e che per accedere alla Basilica hanno messo un tornello sorvegliato da ben tre persone.
Se devo essere sincera troverei giusto che quel quadro fosse rimosso, e non per potermi tornare a sedere a fumare, ma perchè non è bello offendere il simbolo di un'altra religione.
Non si tratta di abbassarsi o meno le braghe... si tratta di buon senso, quello che molti dimostrano di non possedere sia da una parte che dall'altra.
Bologna e il Crescentone
Al centro di Piazza Maggiore c'è un grande rettangolo rialzato di un gradino.
Ai bolognesi sembra abbia la forma di un'enorme "crescenta".
Bastano 15 centimetri per trasformare un luogo di passaggio in un luogo di sosta.
Le persone qui si danno appuntamento
leggono
lavorano al computer
allattano
appoggiano la bicicletta sul Crescentone.
...e per finire...
la Basilica di San Petronio affascinò talmente Giosuè Carducci che le dedicò la poesia...
Surge nel chiaro inverno la fosca turrita
Bologna,
e il colle sopra bianco di neve ride.
È l'ora soave che il sol morituro saluta
le torri e 'l tempio, divo Petronio, tuo;
le torri i cui merli tant'ala di secolo lambe,
e del solenne tempio la solitaria cima.
Il cielo in freddo fulgore adamàntino brilla;
e l'aër come velo d'argento giace
su 'l fòro, lieve sfumando a torno le moli
che levò cupe il braccio clipeato de gli avi.
Su gli alti fastigi s'indugia il sole guardando
con un sorriso languido di vïola,
che ne la bigia pietra nel fosco vermiglio mattone
par che risvegli l'anima de i secoli,
e un desio mesto pe 'l rigido aëre sveglia
di rossi maggi, di calde aulenti sere,
quando le donne gentili danzavano in piazza
e co' i re vinti i consoli tornavano.
Tale la musa ride fuggente al verso in cui trema
un desiderio vano de la bellezza antica.
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