LA DONNA PRIMITIVA
Seduta sulla battigia, guardo il mare davanti a me.
Lora è sempre la stessa, verso il tramonto.
E lunica ora possibile (sulle spiagge da me frequentate) per poter rivivere questa mia fantasia, che io chiamo il gioco della donna primitiva.
Non sempre mi riesce, ma quando ciò accade, vivo alcuni momenti di intensa emozione con me stessa.
Mi siedo a gambe incrociate sulla sabbia ed incomincio a fissare limmensa distesa dacqua. Nel mare non deve esserci niente e nessuno, ecco perché il tramonto è lora ideale. Le mie mani premono fortemente sulle orecchie, per non sentire il brusio dellaffollata spiaggia alle mie spalle.
Fisso lacqua e man mano che la fisso, incomincio ad estraniarmi e... penso.
Penso... che lo spettacolo che ho davanti a me è lo stesso, preciso ed identico, a quello che vedeva la mia antenata primitiva.
Gli occhi che guardano sono diversi, ma le immagini che essi riflettono, sono le stesse.
E mi rivedo donna sola ed impaurita alle prese con dei problemi inimmaginabili.
Che tipo di vita hai vissuto, quali sono stati i tuoi sogni, i tuoi desideri ed hai mai pensato qualche volta a me, magari invidiandomi?
Povera cara che vita difficile devi aver avuto
Sei stanca? Hai mangiato? Hai paura? Dovè il tuo uomo?
Ti vedo sola, seduta qui sulla riva del mare, pensierosa come me.
I miei pensieri li conosco, sono tutti per te, ma i tuoi?
Ogni volta che ti incontro sento il bisogno di ringraziarti per aver protetto, con tutte le tue forze, la creatura che hai portato nel tuo grembo, permettendomi, attraverso essa, di poter, io, oggi, essere qui a pensare a te.
Limmagine va affievolendosi la sto perdendo tento disperatamente di riprenderla ma mi ritrovo allimprovviso sola.
Sono ancora qui seduta sulla riva del mare, con le onde che mi lambiscono le gambe
Sono io o è lei?
Non lo so So solo che ho paura a girarmi verso la spiaggia quando da lontano (da quanto lontano?), una cara voce mi accarezza il cuore Lodovisca, ancora quel gioco?
Si gli dico e questa volta è riuscito benissimo per un attimo ho temuto di averti perso
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