Con una cravatta a stelle e strisce del Senato americano, gentilmente offertami da un senatore e malamente annodata su una polo, mi sono introdotto da extraparlamentare nel Parlamento.
Non ci venivo da tempo. Ho trovato un clima sorprendente che ho poi ritrovato nelle dirette tv dagli emicicli: le due Camere sembrano oggi due camerette dei bambini dove vivono, giocano, fanno i compitini numerosi bimbi. Asilo politico. Da quando c'è il governo dei tecnici, hanno smesso di essere e di sentirsi l'epicentro del conflitto politico, il luogo in cui difendere o offendere il governo.
È come se avessero tolto la spina al Parlamento, sia nel senso della corrente che della spina dorsale, e fosse caduta la tensione, il sonoro, le telecamere accese. Gli onorevoli bimbi sono come in pausa pranzo o negli spogliatoi, nell'intervallo o nella simulazione. Li hanno disinnescati e ora giocano a fare i parlamentari. I tecnici, tutti rispettabili babbioni in età grave, sono i loro tutori, genitori e professori.
E loro sono ridotti al rango di alunni. Ubbidiscono, votano e si affrettano, come esigono il collegio dei professori e il preside, il professor dottor commendator Napolitano. Vedono Schifani e Fini non più come presidenti ma come capoclasse e i leader di partito come bidelli, anzi personale non docente. Inutili come i bidelli odierni, passati da inservienti a inservibili. Le aule hanno perso le scorie politiche, le tossine ad personam e ubbidiscono ai professori, salvo pochi disadattati, detti secessionisti.
La Camera dei Depurati.
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