In questa legislatura è nato l'Onorevole Randagio. Sì, qui non è più lo storico vizio nazionale dei voltagabbana. Qui si tratta di branchi o di isolati cani senza padrone che vagano da una masseria in rovina all'altra, e poi tornano.
Lo fanno, come i randagi, per procacciarsi frattaglie di cibo: e si allontano quando sentono che tutto lo spolpabile è stato spolpato. Latrano, a volte eccitati da mascalzoni, alcuni passano per venduti altri per ravveduti, ma se la molla principale di quasi tutti è il tornaconto personale, e farsi rieleggere, mutano solo le modalità, mica i valori.
Per carità, a volte ci sono anche motivazioni politiche. Ma non la
dignità, perché se ne aveste un briciolo, vi sareste dimessi
piuttosto che mutare casacca. Lo dico agli uni e agli altri.
Io non amavo il vincolo di mandato, perché nega libertà all'eletto
che risponde poi ai suoi elettori; ma voi che siete nominati e non eletti,
dovete rispondere al padrone e alzare la zampa quando lui ve lo dice. Sì,
guinzaglio di mandato o dimettersi. Uno schifo, ma è così con
questa legge.
La nostra è una democrazia digitale, perché la vostra funzione politica è tutta nel dito, nel bottone che schiacciate votando. Poi basta. È assurdo che il capo randagio e primo aizzatore di randagi sia stato proprio il presidente della Camera, anche se non fu solo colpa sua, ne convengo. È assurdo che un verdetto così netto delle urne sia finito così male.
Ma con questa Camera di Randagi o mettete loro la medaglietta al collo o li mandate di corsa al canile, cioè a casa.
Bau bau.
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