Dice che era un bell'uomo
e veniva, veniva dal
mare...
parlava un'altra lingua...
però sapeva amare;
e quel giorno lui prese a mia madre
sopra un bel
prato..
l'ora più dolce
prima di essere ammazzato.
Così lei restò sola nella stanza,
la stanza sul
porto,
con l'unico vestito
ogni giorno più corto,
e benché non sapesse il nome
e neppure il
paese
m'aspettò come un dono d'amore
fino dal primo mese.
Compiva sedici anni quel giorno
la mia mamma,
le
strofe di taverna
le cantò a ninna nanna!
e stringendomi al petto che sapeva
sapeva di
mare
giocava a far la donna
col bimbo da fasciare.
E forse fu per gioco,
o forse per amore
che mi
volle chiamare
come nostro Signore.
Della sua breve vita, il ricordo,
il ricordo più grosso
è tutto in questo nome
che io mi porto addosso.
E ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per
la gente del porto
mi chiamo Gesù bambino.
E ancora adesso che gioco a carte
e bevo vino
per
la gente del porto
mi chiamo Gesù bambino.
Il diario di Lodovisca Poesia, favole e meditazioni Ultimi aggiornamenti Home page