Sembra impossibile DIMENTICARE un figlio in macchina...
ma non mi sento di emettere
dei giudizi, perchè penso al dolore di quei due poveri padri che, oltre
ad aver perso un figlio (la disgrazia più atroce che possa mai capitare
ad un genitore), hanno la consapevolezza di essere loro la causa di questa perdita.
Non mi sento di condannarli, perchè immagino che loro stessi lo abbiano
già fatto.
Comprendo anche l'atteggiamento della prima mamma che ha perdonato
al marito.
Non credo l'abbia fatto per un qualche interesse, ma perchè sarà conscia,
più di noi tutti, di quello che quest'uomo sta passando.
Cosa risolverebbe
nell'accusarlo più ancora di quanto lui stesso non stia già facendo?
Certo che il secondo bambino che sta per nascere...mi guarderei bene dall'affidarglielo...magari
sbagliando in questo mio comportamento...ma di certo non lo farei.
Forse mi
sento meno propensa alla comprensione nei riguardi del secondo padre, proprio
perchè era appena successa l'altra disgrazia, che lo avrebbe dovuto tenere
sul "chi vive", visto che anche lui era un papà che accompagnava il figlio
all'asilo.
Proprio la coincidenza di queste due identiche disgrazie, nel breve
giro di pochi giorni, dovrebbe farci riflettere di quanto siamo solo dei poveri
esseri umani, soggetti TUTTI a sbagliare.
Quando si tratta di disgrazie come
queste, dovremmo ricordarci delle parole di Gesù:
"Chi è senza
peccato, scagli la prima pietra"
Quante volte sarà successo anche a noi
di aver ringraziato il Signore per averci protetto, perchè se le cose
non fossero andate così, ma colà...ora staremmo ancora piangendo
calde lacrime per il rimorso?
Come mio ricordo personale, non riferito a mio
figlio, ma ad un suo compagno di scuola, posso raccontare questo.
Dopo 5 anni
di scuola elementare e dopo non so quante gite scolastiche, noi mamme eravamo
le prime a spronare le maestre ad organizzarne delle altre.
Si era formata una
bella compagnia, che non vedeva l'ora di passare una giornata assieme.
Fin dalla
prima gita io avevo instaurato l'usanza (grazie all'esperienza acquisita da
bambina tramite il lavoro di mio padre) di fissare un luogo dove ritrovarci
nel caso qualcuno si perdesse.
Che so...
A Mantova il Palazzo Ducale
A Verona
il balcone di Giulietta e Romeo
Allo zoo di Pistoia davanti alla biglietteria
A Ravenna la Tomba di Dante
All'inizio le altre mamme mi prendevano bonariamente
in giro, ma quando capitò che tale accorgimento tornò utile...non
finirono più di ringraziarmi.
E così arriviamo a quell'ultima
gita...
Solito pullman, solito gruppetto di mamme (dieci e anche più),
una ventina di bambini di 10 anni, più le due insegnanti. Praticamente
per ogni due bambini c'era un adulto e mezzo.
Ogni mamma, quando eravamo in
giro per la città, prendeva due bambini per mano.
Gli occhi erano sempre
puntati su di loro, soprattutto sui bambini le cui mamme non erano presenti.
In 5 anni, infatti, mai il più piccolo incidente, neanche un ginocchio
sbucciato...
Quando finalmente si saliva sul pullman la tensione si allentava...li
avevamo tutti sotto controllo...
Invece, quella volta, un bambino, seduto nel
fondo (erano i posti più ambiti), alla presenza di non so quante mamme,
pensò bene di giocherellare col maniglione della porta...la quale iniziò ad
aprirsi sì lentamente...ma col bambino attaccato ad essa...
Nel giro
di pochi secondi il bambino era praticamente tutto fuori dal pullman, in posizione
orizzontale, con i soli piedini appoggiati all'interno.
Non so quale angelo
fosse presente che aiutò Isabella (una delle mamme) ad afferrarlo al
volo per i piedi e a trascinarlo dentro... ...al sicuro...
Quasi nessuno si
accorse, al momento, di quanto fosse successo...ma il pallore di Isabella e
il ragazzino sdraiato nel vuoto nell'autostrada che scorreva sotto di lui a
100 km. all'ora...sono uno dei ricordi più indelebili della mia mente...
Oggi Luca, quel ragazzino, ha 42 anni...ma non oso pensare a quello che poteva
accadere soprattutto a lui...ma anche a noi...e come avrebbe cambiato, psicologicamente
parlando, la vita di tutti i presenti...maestre, mamme e bambini...
Leyla
P.S.
- Ho telefonato a mio figlio e gli ho chiesto se ricordava quell'episodio.
"Come
si può dimenticare, mamma..." è stata la sua risposta...