Tanto per cambiare... parliamo di extra-comunitari...
Una piccola doverosa premessa si rende necessaria.
I meridionali qui al Nord vengono appellati con i nomi più svariati, tutti degni di chi li appioppa e che vanno dai NAPOLETANI in genere (senza distinzione del luogo di provenienza) ai TERRONI.
Ma Bologna (e presumo il resto della regione) vince il "mongolino d'oro" in quanto noi meridionali siamo chiamati molto "carinamente" MAROCCHINI.
E il motivo è più che chiaro per tutti coloro che frequentano le spiagge della Riviera Romagnola fin dai lontani anni '60 e forse anche prima.
I marocchini sono evidentemente gli abitanti del Marocco, che oggi vengono chiamati VU CUMPRA', e che da una vita vanno ripetendo il loro invito a comprare qualcosa, "disturbando" le vacanze di coloro che all'epoca se le potevano permettere nelle oggi affollatissime spiagge della suddetta Riviera.
Mi pare che il nesso sia abbastanza chiaro...
Fatta questa premessa, veniamo ai giorni nostri... anzi no... restiamo ai miei ricordi di ragazzina prima, adolescente poi e infine donna.
Inorridivo quando sentivo parlare dei problemi razziali provenienti dall'America.
"Ma come si può -mi dicevo- giudicare le persone dal colore della loro pelle?
Non siamo forse tutti figli dello stesso Dio, che importanza può avere se uno è bianco, nero o giallo?
Che vergogna, che vergogna..."
E ogni volta che sentivo la canzone di Don Marino Barreto, che ho messo in sottofondo, versavo fiumi di lacrime...
Che ne sapevo io all'epoca di tradizioni, culture, credi diversi?
Che ne sapevo di disperazione, fame, delinquenza?
E oggi?
Oggi... cosa sono?
Sono forse diventata anche io razzista?
Non mi piace questa domanda che spesso mi pongo e alla quale NON voglio darmi una risposta!
Mi consolo pensando alle parole che diceva spesso mia madre, riferite ovviamente ad altre situazioni:
"Ognuno di noi deve avere una propria casa per poter fare quello che vuole"
Ecco, il nocciolo della questione è tutta qui.
Se tu, amico, parente, chiunque tu sia, vieni in casa mia ti devi adattare alle mie abitudini, così come io mi adatterò alle tue se dovessi venire ospite da te.
Sta a me essere tollerante per poterti ospitare nella maniera migliore, ma se vedo che alla mia tolleranza tu rispondi con prepotenza... allora no, amico, non ci siamo!!!!
Non puoi pretendere di farmi sentire ESTRANEA in casa mia, imponendomi i tuoi usi e costumi...
e fino a prova contraria... L'ITALIA E' CASA MIA.
Chiusa questa "piccola" premessa, veniamo al nocciolo della questione...
Se è vero, come è vero, che le nazioni più progredite hanno bisogno di questa migrazione dai paesi del terzo mondo, allora regoliamola!!!
Sento dire da chi è in cerca di un lavoro, e parlo di giovani italiani, che se non ti iscrivi alle cosiddette agenzie interinali, la possibilità di lavorare è quasi nulla.
Bene, dico io!!!!
Perchè lo Stato (o chi per esso) non crea delle filiali di queste agenzie nei paesi da cui provengono tutti questi disperati?
Non sono portata a fare di ogni erba un fascio e sono convinta che la maggior parte di questi "clandestini" mettono a repentaglio la loro vita pur di avere un futuro migliore.
Aiutiamoli allora!!!!
Vuoi lavorare?
Vai nelle agenzie italiane del tuo paese, iscriviti, fornisci TUTTI i tuoi dati (compresi le impronte digitali e il DNA... che personalmente renderei obbligatori per TUTTI... italiani e non) e così quando i datori di lavoro cercano mano d'opera possono attingere da questi elenchi.
In un colpo solo eviteremmo la clandestinità, con tutte le sue conseguenze, e il lavoro in nero che arricchisce datori di lavoro disonesti... per non parlare degli scafisti...
Senza contare tutti i soldi che si spendono giornalmente per questi CENTRI DI PRIMA ACCOGLIENZA e le solite ruberie che ci girano attorno.
Ma è così difficile fare una cosa del genere???
Ci vuole un "genio" come me per pensarla, quando ci sono soloni di ogni specie che passano le loro giornate, pagati più che profumatamente, per far finta di risolvere certi problemi????