Se c'è una persona sulla faccia della terra che odia il pressappochismo,
l'imprecisione, la disorganizzazione, il non rispetto delle regole...quella
persona sono io...e sfido chiunque mi conosca almeno un po' a dimostrare il
contrario. Pertanto condanno senza via di scampo chi ha commesso gli errori
di cui vengono accusati i presentatori delle liste per le elezioni regionali
nel Lazio e in Lombardia.
Detto questo...però... nei giorni scorsi non
ho potuto fare a meno di notare che proprio nelle due regioni in cui il PDL
era sicuramente vincente si sono verificati questi errori.
Mah...mi son detta...sono
i casi della vita...
Oggi però ho letto un qualcosa che mi sta facendo
pensare molto, un qualcosa che nella mia solita ormai cronica ingenuità non
avevo pensato.
Mentre il governo lavorava per trovare una soluzione al problema
delle liste sbagliate del Pdl (a Roma e a Milano), si cercava di scoprire
gli altarini di altri partiti cui nessuno ha fatto le pulci.
Ormai è più che un malizioso sospetto.
Chi doveva controllare il rispetto delle forme ha usato due pesi e due misure?
Severità e zelo nel giudicare le inesattezze del centrodestra e manica
larga nei confronti della sinistra?
Secondo il governatore della Lombardia, intervistato
da noi, ci si è accaniti su di lui e su altri si è chiuso un
occhio.
A questo punto si può continuare a rimproverare le persone che hanno agito
con leggerezza danneggiando Formigoni e la Polverini, ma bisogna accertare se
- al di là delle imprecisioni pur sempre condannabili - i provvedimenti
drastici che hanno portato alla bocciatura fossero ispirati al desiderio di
azzoppare il Pdl per favorire gli avversari.
Fosse così (come pare) sarebbe grave.
Qualcosa che puzza di bruciato è già stato reperito.
Stando a Formigoni, i giudici avrebbero agevolato i radicali.
E il suo avversario, Penati, avrebbe avuto meno firme del dovuto e nonostante
ciò l'avrebbe passata liscia.
Negli elenchi contestati a Milano al Pdl,
laddove tutto sembrava in ordine, si è costatato che una firma era regolare,
regolare la data di nascita e regolare il comune di residenza, Venegono.
Attenzione però.
Non era specificato se si trattasse di Venegono inferiore o Venegono superiore,
paesini confinanti (pochi abitanti) in cui è facile fare una verifica.
Basta una telefonata.
Ebbene non c'è stato verso.
Annullato il nominativo per una questione tanto banale.
Ora ci si domanda quanti episodi come quelli descritti siano accaduti.
E ci si domanda se peccati decisivi siano stati commessi soltanto dal centrodestra
o pure dal centrosinistra.
Sembra improbabile che gli sbadati siano soltanto da una parte e non dall'altra.
In ogni caso, mentre scriviamo sono in corso negoziati per giungere quantomeno
a un compromesso che consenta ai cittadini del Lazio e della Lombardia di esercitare
il loro diritto di voto, che è l'espressione più alta della democrazia.
Ci mancherebbe che per qualche virgola fuori posto si punissero non i «reprobi» ma
gli elettori.
Non si è mai visto nulla del genere e ci auguriamo di non vederlo proprio
in un momento come questo particolarmente delicato per la politica italiana,
con scandali veri o presunti che infiammano le polemiche, con una crisi economica
dalle conseguenze ancora pesanti, con incomprensioni e attriti nei maggiori
partiti.
Qui si richiede un minimo di buona volontà e il massimo sforzo per non
disgustare ulteriormente la gente e non alimentare la cosiddetta antipolitica,
già abbastanza robusta.
La sensazione è che il governo abbia due strade da percorrere: un disegno
di legge o un decreto da approvarsi subito, oggi stesso, in modo che in Lombardia
si vada alle urne intorno a maggio e vi sia dunque il tempo necessario per
rimediare agli errori nelle liste.
Per quanto riguarda Roma, probabile che la Polverini debba arrangiarsi con
la propria lista (e quelle degli alleati) rinunciando al Pdl, inteso quale
simbolo, fermo restando che gli elettori avranno facoltà di votare lei.
Tra poco sapremo.
E vi riferiremo.
Per anni, in gioventù, ho fatto la scrutatrice nei seggi e vi posso assicurare
che di leggerezze ed imprecisioni se ne commettevano a non finire.
Anche perchè se
avessimo seguito alla lettera le varie disposizioni staremmo ancora qui a scrutinare
le schede della prima elezione alla quale partecipai.
Non per niente esiste il
cosiddetto SCIOPERO BIANCO, che ha il potere di bloccare qualsiasi attività lavorativa
pur non scioperando, ma solo perchè chi lo mette in pratica rispetta
alla virgola le regole.
Cosa voglio dimostrare con questo?
Nulla!
Dico solo che
questo ennesimo caso all'italiana è una vera vergogna da qualsiasi lato
lo si guardi.
Come vorrei che nessuno "giocasse" sporco sia che si tratti di
una semplice partita a carte che di cose ben più importanti e serie.