Mollemente mi adagiai sul letto,
La mente stanca delle tante
notizie apparse al mio cospetto.
Gli occhi fissi, rivolti al soffitto,
cercavano sollievo per il mio animo afflitto
Vagavano insistenti tra quelle spoglie mura
alla ricerca di un varco che mi offrisse una cura
Trovare tra quegli incerti pensieri
Nuovi orizzonti e vecchi sentieri

Ad occhi aperti si può anche sognare
Basta che si lasci la mente spaziare
Certo ci vuole un grande impegno
per ritrovare il tuo perduto Regno.
Immagini che il tempo ha cancellato.
Puoi rivederle solo con ...

 

Un Tuffo nel Passato

                    

Lo spazio del tempo avevo varcato
E moti anni indietro mi son ritrovato
Scoprirmi di nuovo con i pantaloni corti
In cerca di mani che ti afferrino forti

La prima voce che ho udito:
"Quante è bellill chistu piccerill"
"E guard ' ncap quanta ricciulill"

I tuoi occhi spauriti cercano aiuto?
Vuoi ritrovare qualcosa che hai perduto?

Io cercavo di ritrovar qualcosa a me lontana.
Chi poteva aiutarmi  se non una bella Mbriana

Mi si avvicinò con passi sicuri
Era una donna dai capelli scuri
Con lineamenti di grande beltà
Dai quali non traspariva alcuna età
Mi pose sulla testa una mano
E con l'altra avvolse la mia mano
Vieni con me ti porterò lontano
E dai tuoi occhi scomparirà il pantano

Insieme a lei  ho passeggiato
e la mia città ho ritrovato
Siamo partiti dalla stazione
dove ho rivisto gente di ogni nazione
Ognuna cercava una meta, una via
E tutte... portavano all'allegria

Ho attraversato piazze ricche di aiuole
con gente stesa a bearsi dei raggi del sole
Erano a piedi nudi su quei prati,
tra qualche piccolo insetto e mille fiori colorati
Ho visto in giro tanti bambini
giocare dietro le note dei mandolini
Far capriole, saltare con mille guizzi.
Mostrare l'indole dei veri Scugnizzi

Ho attraversato tutte le porte della città,
che han visto passare tante civiltà.
Ne ho riletto la storia su mille fogli
adagiati sul mare a forma di scogli
Poi senza patemi nè pericoli
mi sono avventurato tra i tanti vicoli
Ho visto gente di ogni età
viver felice anche nella povertà

Ho alzato gli occhi al cielo
ed attraverso un variopinto telo
fatto di panni stesi e di lenzuola:
Qualcosa di pulito ancora vola
Timidamente piccole nuvole
fanno capolino tra le cupole
Stormi di rondini in volo
ti ricordano che non sei mai solo
E intorno a me sempre un vocio
delizia il mio udito come un cinguettio

Tutti i miei sensi volevo appagare
e dal profumo del mare mi son fatto inebriare
Ad omaggiarlo i suoi cantori.
Le radici di Napoli: I pescatori
Ho rivisto gente  girare in carrozzella
Ed altre intonare "Maruzzella"
Chi improvvisava un ballo
E chi si deliziava con una birra ed un tarallo

Ed in quella lunga mattina
siamo saliti poi su in collina.
Le isole sono apparse come d'incanto
le accarezzava il mare come un dolce guanto.
Poi di nuovo giù in mezzo ai quartieri
a riveder la Napoli di ieri.
Non c'erano asettici supermercati
ma solo tanti vivi mercati

Tutto intorno a me appariva bello
e mi beavo alla vista di qualche castello.
E mentre giravo per un Monastero maiolicato
Mi ripetevo: Che bella città che ho ritrovato
Su per Posillipo, giù per Marechiaro
Lungo il pontile sino in fondo al faro
E ancora su  fino a San Martino
Di nuovo giù in Villa a vedere il teatrino

Ho visto di tutto un pò.
Artisti d strada e pescatori
Cantanti e suonatori
Musicisti e della vita equilibristi
Sole, mare, barche e scogli
e qualche ladro di portafogli
C'è sempre stata un pò di spazzatura
ma era oscurata da quella meravigliosa natura

Poi tutto a un tratto migliaia di coriandoli
svolazzano giù per la collina dei Camaldoli
In cielo dei piccoli aerei con messaggi di rito
e voci dai microfoni che inneggiavano a un Partito
E' il periodo della campagna elettorale
A noi bambini appariva come una festa patronale.
Dal cielo venivan giù le faccine di tanti signori
e noi ci giocavamo come le figurine dei calciatori.
In giro distribuiscono il pane e la pasta
Basta votare solo quella lista.
Saranno buoni attori o dei benefattori?
Persino i politici. Sembrano buoni amici

Peccato devo lasciare la mia bella Mbriana
Sento mia madre che mi chiama
La sento lamentare
della pensione che non riesce a bastare
Ed io avrei tante bollette da pagare
Dovrei pensare anche al mangiare:
il pane e la pasta li riesco a comprare.
Non penso che qualcuno ce li voglia regalare
Mi sa che tra un pò dovrei anche votare
Scegliere chi meno ci possa dissanguare

Come vorrei ancora sognare
E mi manca tanta Napoli antica da rivisitare
Ma si domani sera faccio un giro in Costiera
Basta un ricco spuntino e ritorno bambino
Rimetto il pantalone corto
Riprendo un attimo di conforto

In fondo solo gli occhi di un bambino
Riescono a vedere al di là di ogni tombino

CARPE DIEM

 

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